“Costruiamo insieme comunità di pace!” È questo l’appello lanciato dal Direttivo Nazionale dell’ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici), il quale “interpreta lo sconcerto dei dirigenti scolastici e di tutto il mondo della scuola” per recenti casi di cariche della Polizia nei confronti “di giovani studenti che pacificamente manifestano”.
“Nell’ultimo caso, verificatosi a Pisa – sottolinea il Direttivo -, si era scesi in piazza per la pace, in altri per richiedere l’introduzione dell’educazione sessuale e all’affettività, uno sportello psicologico finalizzato a tutelare la salute mentale di tutte le persone che attraversano la scuola, la sperimentazione per l’abolizione del voto numerico per una valutazione costruttiva”.
“I cittadini di ogni stato civile e i giovani in primo luogo hanno avvertito da sempre il bisogno di manifestare pubblicamente per esprimere le proprie idee, esternare il proprio pensiero, condividere le preoccupazioni e il proprio dissenso, per ricondurre lo spontaneo bagaglio di emozioni, esperienze e valori pacificamente all’interno di una dimensione corale, pietra angolare della democrazia e della nostra costituzione repubblicana – continua il Direttivo Nazionale di ANDIS -. Il dissenso, pacificamente espresso, non è e non può diventare questione di ordine pubblico. Il mondo della scuola accompagna tutti i giorni le comunità scolastiche all’ascolto, al confronto, al rispetto”.
“Anche i nostri poliziotti, come egregiamente stanno facendo da anni in tante realtà scolastiche – evidenzia il Direttivo dell’Associazione -, dovrebbero contribuire alla crescita dei giovani con il loro prezioso contributo di esperienze e di idee unendosi allo sforzo di dirigenti scolastici e docenti che hanno a cuore il futuro delle nuove generazioni”.
“Ci auguriamo – conclude il Direttivo Nazionale – che chi ha il dovere di intervenire lo faccia subito e bene, per assicurare agli studenti, alle famiglie, alla scuola, alla società le condizioni di civile e serena convivenza, senza giustificare scorciatoie di violenza e di sopraffazione”.