Al via, già da gennaio, la possibilità di accedere ai servizi della PA tramite SPID. Ma sugli acquisti pubblici la strada “hi-tech” è ancora in salita
Il 2018 passerà alla storia come l’anno del digitale. Almeno questa è l’ambizione del Governo uscente che, con gli ultimi provvedimenti disposti nel mese scorso, pare aver tracciato la direttiva per un profondo ammodernamento della macchina pubblica.
Dematerializzare i rapporti tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione: è questa l’eredità che l’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni lascia ai posteri. Con puntuali ritocchi al Codice dell’Amministrazione Digitale dello scorso 11 dicembre, infatti, la compagine di governo ha voluto imprimere un’accelerazione all’attuazione dell’agenda digitale europea, dotando cittadini, imprese e amministrazioni di strumenti e servizi idonei a rendere effettivi i diritti di cittadinanza digitale.
Si parte subito con le nuove disposizioni che attribuiscono a cittadini e imprese il diritto ad una identità digitale, quello alla fruizione di servizi pubblici online in maniera semplice e mobile-oriented, quello a partecipare effettivamente al procedimento amministrativo per via elettronica e quello a effettuare pagamenti online. Già da gennaio tutti i cittadini potranno accedere ai servizi della P.A. tramite la propria identità digitale SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale composto da un’unica user e un’unica password utilizzabile su tutti i computer, tablet e smartphone. Al momento sono più di 2 milioni i cittadini in possesso delle credenziali, e il numero è in costante aumento. Segno che anche la cultura nei confronti dell’innovazione sta cambiando.
Ma il cuore del governo è stato buttato oltre all’ostacolo, stabilendo anche l’istituzione, per cittadini e professionisti, di un domicilio digitale, un luogo virtuale assimilabile alla propria residenza fisica, uno spazio sì etereo, ma dagli effetti reali: notifiche, comunicazioni e atti della PA verranno trasmessi in formato elettronico, a tutti coloro i quali vorranno indicare il proprio indirizzo di Posta elettronica certificata, dicendo forse così definitivamente addio alla classica lettera raccomandata e tutti i disagi ad essa collegati.
Non solo risparmio di tempo e innovazione per persone e aziende, ma anche risparmiodi risorse a carico delle finanze pubbliche. Spendere meno ma meglio, è questo il «must» a cui sta lavorando la Centrale di acquisto della pubblica amministrazione, la Consip. L’obiettivo, da realizzare a partire dal secondo semestre del 2018, consisterà nel rendere digitale l’insieme delle certificazioni e delle abilitazioni richieste alle imprese e indispensabile per la loro partecipazione alle gare di appalto, incrementando così la produttività e la rapidità dello svolgimento delle procedure, grazie alla velocizzazione dei tempi di esecuzione delle gare stesse.
Protagonista della rivoluzione sarà il c.d. «MePA», il Mercato Elettronico della Pubbliche amministrazioni, luogo virtuale gestito da Consip dove già oggi gli Enti pubblici acquistano i beni e i servizi offerti dai fornitori abilitati . Ambizioso l’obiettivo per il 2018, ovvero incrementare da 70mila a 300mila le piccole e medie imprese che accedono a questo mercato digitale, insieme ad un indiretto beneficio legale: sempre più aziende, dovendo contrattare con la P.A., dovranno necessariamente essere in regola sotto il profilo fiscale, contributivo e giudiziario. Un vantaggio di compliance che si accompagna ad un risparmio di spesa, così tanto necessario in tempi – seppur informatizzati – ma sempre di vacche magre.