Nel clima festoso del Natale, è comune scambiarsi non soltanto auguri, ma anche scherzi. Tuttavia, un recente caso giuridico ha sollevato un segnale di allarme su tanti apprezzamenti apparentemente innocenti, trasformandoli in reati gravi. In particolare, il dare della “Befana” a un pubblico ufficiale potrebbe comportare conseguenze legali significative, come confermato dalla Corte di Cassazione.
Già qualche anno fa, i Supremi Giudici trattarono il caso “Befana” riguardo alla vicenda che coinvolgeva due cognate. In questo caso, i giudici del Palazzaccio confermarono la condanna nei confronti di una donna la quale, per sms, aveva dato appunto della “Befana” alla cognata, (Cass. Sent. 2597/2013), condannando la parente per molestie.
Più grave se, a ricevere l’epiteto, è un pubblico ufficiale; l’articolo 336 del codice penale, infatti, stabilisce che la violenza o la minaccia nei confronti di un pubblico ufficiale è un reato, anche se questo è apostrofato come “Befana”.
Il tema è tornato sotto i riflettori degli Ermellini con la recente sentenza n. 13742/2021. In questo caso, una cittadina apostrofò una funzionaria del tribunale proprio con il nome della simpatica vecchietta con la scopa: Befana.
Inizialmente, l’aggressiva cittadina fu assolta in primo grado, ma la decisione fu ribaltata in sede d’appello, con condanna successivamente confermata dalla Cassazione. In tale contesto, i togati romani sottolinearono che l’attacco alla funzionaria pubblica non si limitava solo alla parola “Befana” ma includeva ulteriori insulti e minacce, costringendo la vittima a cercare rifugio nel suo veicolo.
La morale della storia è chiara: ciò che potrebbe sembrare un semplice scherzo può facilmente sfociare in una violazione della dignità della persona con importanti risvolti legali, specialmente quando questa coinvolge funzionari pubblici. Prima di utilizzare appellativi o gesti offensivi, è essenziale riflettere sulle possibili conseguenze legali. L’umorismo e la gentilezza devono sempre guidare le interazioni, evitando situazioni che potrebbero trasformarsi in gravi questioni da codice penale. Meglio dunque scegliere auguri più rispettosi!