Parla il presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro. I temi del dibattito in Commissione
Prosegue a ritmi serrati il confronto in Commissione riunite di Camera e Senato sulla Legge di Bilancio 2018.
Già ieri la Commissione ha ascoltato, in un profluvio di interventi, tra gli altri, i rappresentanti dell’Istituto nazionale di statistica, l’ABI, Confindustria, insieme a CGIL, CISL, UIL e UGL. Stamane, invece, sono proseguite le audizioni preliminari sulla manovra contabile con le osservazioni da parte del CNEL, Banca d’Italia e Corte dei Conti. Non ultimo, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, organismo indipendente che ha il compito di svolgere analisi e verifiche sulle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del Governo, valutandone nel contempo il rispetto delle regole di bilancio nazionali ed europee.
Diversi e variegati gli argomenti toccati dal presidente dell’UPB, Giuseppe Pisauro: stato dei conti, incentivi all’occupazione, spesa per il pubblico impiego, aspettative legate all’introduzione della fatturazione elettronica e misure volte alla lotta alla povertà. Tutti argomenti filtrati sotto la lente di ingrandimento degli uffici di Palazzo San Macuto.
In relazione al quadro macroeconomico, si confermano i segnali di una ripresa diffusa che potrebbero condurre, a parere dell’UPB, ad una crescita reale del PIL 2017 pari all’1,5%, lievemente superiore alla previsione dello stesso Ufficio di bilancio del settembre scorso. Per il 2018, l’incremento della ricchezza nazionale potrebbe attestarsi all’1,3-1,4%
Il prolungamento, anche nella seconda metà del 2017, della fase favorevole dell’economia, ha avuto effetti positivi sul complesso dei conti. Su tali risultanze, nel quadro programmatico attuale, e stante alle previsioni odierne, il deficit complessivo dello Stato si ridurrebbe, passando dal 2,1% del PIL nel 2017 all’1,6% nel 2018. Tali pronostici hanno permesso, così, l’introduzione in manovra di specifici e mirati interventi.
Sul versante degli impieghi delle risorse, per il terzo anno consecutivo, l’intervento più rilevante della manovra riguarda l’eliminazione dell’aumento dell’IVA e delle accise (pari a un gettito di 15,7 miliardi, che verrà finanziato in deficit per il 70%). Entrando maggiormente nel dettaglio degli interventi, rilevanti risorse finanziarie sono dedicate al settore del pubblico impiego, sia in termini di maggiori stanziamenti per il rinnovo dei contratti, sia con riferimento all’assunzione di personale e agli adeguamenti retributivi in determinati comparti.
Giudizio positivo del presidente Pisauro anche sugli interventi tesi al rilancio dell’occupazione giovanile, tramite l’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato di soggetti di età inferiore ai 35 anni. Secondo le stime dell’UPB, un lavoratore a tempo indeterminato con una retribuzione media di 30 mila euro, farebbe acquisire al datore di lavoro un beneficio calcolato tra il 6,2 e il 6,5%. Più verosimilmente per un neoassunto, su una retribuzione media di 15 mila euro il cuneo si abbatterebbe di circa il 10%. Anche il carattere permanente degli sgravi sembrerebbe interrompere la sequenza di corto respiro delle misure precedenti, rendendosi coerente con il percorso intrapreso dal Governo di una progressiva riduzione del cuneo fiscale.
Plauso anche alle misure indirizzate al sostegno del reddito e al contrasto della povertà, con il rafforzamento del reddito d’inclusione (REI) che contribuisce a rendere questo strumento più coerente con la definizione di misura a carattere universale.
Un dibattito animato, al termine della relazione di Pisauro, ha preso vita in Commissione.
La Sen. Lezzi (M5S) e il Sen. Guerrieri (PD) hanno puntato l’attenzione sul difficile equilibrio tra le regole europee e i conti pubblici chiedendo, al presidente dell’UPB, il suo punto di vista, ovvero, l’esistenza o meno di margini per una riflessione sugli attuali principi, in base alle esperienze applicative di tali norme negli ultimi anni. Secondo Pisauro, le regole sono senza dubbio complesse, ma ciò origina dall’esigenza di rispondere ad un bisogno di flessibilità invocato da tutti gli Stati, ed è solo di comune accordo che il quadro potrà mutare.
I dubbi dell’On. Rocco Palese (Forza Italia) si sono concentrati, invece, sulla sostenibilità finanziaria delle pensioni future, chiedendo il parere all’UPB sul tema. Dal punto di vista delle tendenze di lungo periodo, per Pisauro, si possono fare molteplici interventi, a patto naturalmente di trovare le risorse necessarie. Perno di tutto l’annosa questione della “speranza di vita”, in un sistema di calcolo previdenziale dove l’età pensionabile è misurata sull’aspettativa media della vita, tanto delle classi più abbienti quanto di quelle meno fortunate. Infatti, proprio su questo punto potrebbe giocarsi un possibile nuovo sistema di calcolo. La speranza di vita aumenta, secondo i maggiori e accreditati studi scientifici in merito, all’aumentare del reddito, del titolo di studio e in funzione della condizione professionale. In Italia, ad esempio, i lavoratori con scarsa professionalità e cultura hanno un’aspettativa di vita inferiore di tre volte rispetto, ad esempio, ai manager. Un vero e proprio sistema regressivo, che ridistribuisce ricchezza dai poveri verso i ricchi. Una possibile trasformazione, in vista di una maggiore sostenibilità del sistema pensionistico, potrebbe essere incentrata, ad esempio, sul calcolo differenziato in base al tipo (e alla qualità) dell’attività professionale svolta, cosa che renderebbe più equo l’intero sistema e non costringerebbe i meno facoltosi a pagare laute prebende ai più ricchi.