In Italia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, 1 bambino su 77 risulterebbe affetto da disturbi dello spettro autistico, registrando un progressivo aumento nel corso degli anni. Dati che mostrano come tutt’oggi i ragazzi affetti da questa sindrome siano parte integrante della nostra società. Oggi 18 Giugno è l’Autistic Pride Day, in italiano Giornata dell’Orgoglio autistico. Celebrata per la prima volta nel 2005, è un’iniziativa di Aspies for Freedom, un gruppo di solidarietà il cui scopo principale è quello di cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sul movimento per i diritti dell’autismo.
Un supporter ufficiale del pride autistico è Alessandro Cecchi Paone che in un’intervista esclusiva a LabParlamento ha sottolineato che “l’Autistic Pride Day è una giornata poco nota in Italia”.
“L’autismo è una sindrome poco nota e soprattutto poco tutelata perché sfugge alle classificazioni più immediate, più istintive. In realtà – continua Cecchi Paone – si tratta di una situazione molto complessa perché lo spettro autistico prevede delle situazioni estreme di assoluto distacco dal mondo e allo stesso tempo prevede una serie di fasi intermedie che consentono alcune forme di partecipazione alla vita umana alla vita sociale”.
“È inutile ricordare che il livello più basso dello spettro autistico, noto come Asperger, in realtà consente alle persone di fare cose anche molto importanti per sé e per la società. Ci sono molti Asperger che, con la loro capacità di concentrazione su un singolo aspetto, raggiungono la vette del sapere scientifico e della capacità di risolvere singoli problemi. Ci sono tra noi Asperger che assumono posizioni di leadership per quanto riguarda i diritti civili, come Greta Thunberg che è Asperger ma è un punto di riferimento di tutto il movimento giovanile contro i cambiamenti climatici. Cito anche uno dei 4 leader delle sardine Lorenzo Donnoli, che ha scritto un libro sulla condizione di Asperger e di gay coinvolto”.
“La Giornata dell’Orgoglio autistico – conclude Paone – serve ad informarsi su questa complessa sindrome, tenendo conto che molti Asperger e autistici della parte bassa dello spettro sono tra di noi, possono stare con noi e vanno valorizzati per la loro capacità. Dobbiamo invece essere solidali con gli autistici e le loro famiglie quando si tratta della parte alta dello spettro, dove bisogna essere pronti a fornire un aiuto rispetto a situazioni molto difficili”.