Il sottosegretario in audizione.“Intesa con Lombardia ed Emilia-Romagna tra fine 2017 e inizio 2018”
Dopo le audizioni delle scorse settimane di Roberto Maroni, Luca Zaia e Stefano Bonaccini, stamattina è toccato al sottosegretario agli Affari Regionali Gianclaudio Bressa riferire alla Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale sulle richieste di maggiore autonomia avanzate da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, sulla base del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione.
Il rappresentante del Governo ai negoziati con le Regioni si è soffermato sulle specificità del meccanismo previsto dall’articolo 116, chiarendo le tempistiche della trattativa per il trasferimento di competenze da Roma ai territori e smentendo alcuni dei principali argomenti che hanno trovato spazio nel dibattito pubblico a partire dai referendum del 22 ottobre.
In primo luogo, Bressa ha precisato che il processo introdotto nel 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione (mai usato finora) presenta una serie di complessità che rendono il confronto con gli Enti regionali tutt’altro che scontato. A titolo di esempio, ognuna delle 23 materie che potrebbe essere oggetto di intesa con Milano, Bologna e Venezia racchiude numerose attività amministrative che andrebbero riprogrammate, sia dal punto di vista operativo che dal lato finanziario. Di conseguenza, nella visione del sottosegretario non è praticabile un confronto su tutti gli ambiti citati dall’articolo 117 della Carta, perché l’obiettivo dell’art. 116 sarebbe quello di rendere più efficiente la macchina dello Stato, e non di eroderlo dall’interno.
Dunque, il confronto aperto dall’Esecutivo centrale con Lombardia ed Emilia-Romagna si sta concentrando su un nucleo limitato di competenze, sulla base delle quali l’esponente del Pd ha affermato che si punterà a stringere un accordo tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, in modo che sia il prossimo Parlamento a ratificare o meno l’intesa. I temi oggetto della prima fase della trattativa sono ambiente, lavoro, infrastrutture, lavori pubblici, istruzione, beni culturali e internazionalizzazione dei rapporti con l’Ue, e secondo Gianclaudio Bressa partire da un nucleo ristretto di competenze terrà il processo al riparo dal rischio “di fare tutto male per fare tutto subito”. Per quanto riguarda il Veneto, il percorso è a uno stadio arretrato e l’insediamento del tavolo di confronto dovrebbe avere luogo il prossimo 1° dicembre.
Come rimarcato più volte dal componente del Governo, di risorse si parlerà soltanto dopo aver definito con precisione il trasferimento di poteri alle Regioni, poiché il conferimento di maggiore autonomia ai territori non comporterà l’arrivo di nuovi fondi da Roma. Anche in questo caso, il nucleo della questione consisterebbe nell’offrire con maggiore efficienza una serie di servizi ai cittadini, ricorrendo alle stesse quantità di denaro pubblico. Tuttavia, Bressa ha riconosciuto che se Milano o Bologna risparmieranno rispetto alla precedente amministrazione statale, potranno disporre liberamente del surplus di risorse.
In definitiva, il sottosegretario ha presentato le iniziative di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna come una sfida per l’intero regionalismo italiano, in quanto è altamente probabile che da qui ai prossimi anni anche altri territori decideranno di ricorrere all’articolo 116 della Costituzione.