Per Lombardia, Veneto ed Emilia. Maroni e Zaia: “Si può chiudere entro fine febbraio”. La Commissione per le questioni regionali conclude l’indagine conoscitiva
Avrà inizio domani alle 10.30 l’esame del documento finale dell’indagine conoscitiva avviata dalla Commissione per le questioni regionali sulle trattative per l’attribuzione di ulteriore autonomia alle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
Nei mesi scorsi, la Commissione guidata dal deputato Gianpiero D’Alia aveva infatti ricostruito con una serie di audizioni i negoziati con il Governo avviati dai governatori Roberto Maroni, Luca Zaia e Stefano Bonaccini sulla base dell’articolo 116 della Costituzione. Dopo che nelle ultime settimane erano arrivate indiscrezioni sulla possibilità di una prima intesa sul trasferimento agli Enti locali di competenze in ambito di sanità, lavoro, ambiente, istruzione e Unione europea, poche ore fa è stato lo stesso Maroni a confermare l’accelerazione nelle trattative.
“Sono molto soddisfatto: penso riusciremo a sottoscrivere l’intesa tra Governo e Regione Lombardia con l’attuale Presidente del Consiglio entro la fine del mese di febbraio. Venerdì sera ci è stata tramessa una bozza di testo d’intesa, che stiamo valutando” sono state le parole del presidente lombardo uscente (e non in lizza alle prossime elezioni), che ha inoltre evidenziato come sul fronte delle risorse il testo predisposto dal sottosegretario Gianclaudio Bressa superi il meccanismo dei trasferimenti statali in favore di “un sistema di compartecipazione al gettito dei tributi erariali in Lombardia”. Per quanto riguarda le materie oggetto del riconoscimento di maggiore autonomia, Roberto Maroni ha riconosciuto che il pre-accordo riguarda un numero limitato di settori rispetto alle richieste avanzate in partenza dalla Regione.
La ricezione dello schema di pre-intesa è stata annunciata oggi pomeriggio anche da Zaia, che si è invece soffermato sui parametri per il calcolo dei finanziamenti da ricevere: “per noi deve assolutamente uscire dall’accordo il sistema di calcolo della spesa storica, che significherebbe essere parametrati a ciò che spendiamo storicamente e penalizzare oltremodo il Veneto”. A questo punto non è escluso che, una volta limati i dettagli dei singoli dossier, i presidenti di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna vengano convocati congiuntamente da Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi per la firma dei protocolli.
Tuttavia, l’ultima parola sulla questione l’avranno il Governo e (soprattutto) il Parlamento che scaturiranno dal voto del 4 marzo, dal momento che dovranno essere le Camere ad approvare a maggioranza assoluta dei componenti la Legge che recepirà gli accordi definitivi tra Roma e i territori.