La prossima settimana la legge, poi il tavolo col Governo. Il presidente della Regione Veneto in audizione in Commissione federalismo fiscale
di LabParlamento
«La prossima settimana avremo la legge che diventerà la base su cui il Veneto cercherà di negoziare con il governo». Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, intervenuto in audizione in Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale a proposito del percorso dell’autonomia e del referendum. Domani, alle 8.00, nella stessa commissione, sarà il turno di Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia.
“Alla trattativa col Governo porteremo una proposta che non sarà a fisarmonica e non sarà un abito su misura del nostro interlocutore. Abbiamo fatto una campagna rispettosa delle idee di tutti, i veneti sono andati in massa a votare con condizioni climatiche avverse e qualunque sarà il Governo che verrà, troverà l’eredità di un corpo elettorale che è andato copioso a votare”, ha poi aggiunto il presidente.
La legge che il Consiglio regionale veneto sta discutendo in questi giorni, ricorda Zaia, è composta “da 54 articoli e parla delle 23 materie su cui la Regione può chiedere maggiore autonomia in base all’articolo 116 della Costituzione. Al tavolo col Governo – precisa– ci andiamo partendo da una base dei nove decimi delle tasse da trattenere”.
Il presidente ha poi ricordato che: “In Veneto la stagione referendaria nasce con la ‘questione veneta’. Il Veneto non inventa una questione referendaria ad uso e consumo, come dice qualcuno, perchè in primavera si andrà a votare. Dire una roba del genere vuol dire essere dei distratti, o anche dei lazzaroni. Il Veneto va, e tenta tre volte la sua stagione referendaria nella storia recente, negli ultimi 25 anni. Due volte la Corte costituzionale stoppa questa attività, la terza volta dà l’ok al Veneto. E stiamo parlando di una legge referendaria approvata nel giugno 2014. Il Governo la impugna, e rientra nelle prerogative dei Governi impugnare le leggi che vengono ritenute incostituzionali. Dopo un anno, a luglio 2015, la Corte costituzionale dà ragione al Veneto”. “Insomma, è una partita sulla quale abbiamo investito tantissimo ed è una partita che dobbbiamo ai veneti”, ha concluso.