Il vertice del Movimento sta giocando col fuoco? Forse. Ecco perché
di S.D.C.
Secondo numerosi commentatori politici, la conferma di uno “stop” alla candidatura di Giancarlo Cancelleri alla presidenza della Regione Sicilia, dopo la pronuncia iniziale del Tar, non sarebbe altro che un “enorme regalo” alla campagna elettorale (siciliana ma soprattutto nazionale) del M5S. Del tipo: ecco la dimostrazione che fanno di tutto per fermarci! Una tesi che il vice presidente della Camera, Luigi Di Maio, s’incarica di illustrare quando dice: “Qualche ‘nemico della contentezza’ (come si dice qui in Sicilia) pensa di fermarci con un ricorso da azzeccagarbugli”. “Ma non hanno capito – aggiunge – di che pasta siamo fatti. Questa occasione servirà per far conoscere ancora di più Giancarlo e il programma del Movimento. “Stiamo partendo – conclude Di Maio – per un’altra giornata di incontri in Sicilia con sindaci, categorie, imprese e persone che ci chiedono aiuto”.
Viene tuttavia da chiedersi se è proprio così. Ebbene, non del tutto. Forse no.
Intanto, la decisione del Tar è attesa all’inizio della prossima settimana, alla vigilia della convention di Rimini (22-24 settembre) dalla quale dovrebbe uscire, sempre online come per le “regionarie” siciliane ora sotto la lente del giudice amministrativo, il candidato premier. Probabilmente, sabato 23. Questa incertezza sul tenore dell’ordinanza nel merito non può non aumentare la grande confusione già esistente attorno alle modalità dello svolgimento dell’investitura 5 Stelle. Al momento, oltre al superfavorito Di Maio di cui sopra, non si conoscono infatti gli altri partecipanti, i tempi esatti della competizione, la presenza o meno di un ballottaggio, la possibile presenza della non candidabilità alle politiche di chi “oserà” (!) sfidare Di Maio, etc, etc. Insomma, non se ne sa nulla. O quasi. Alla faccia della trasparenza e della democraticità della rete.
Se poi dal Tar arrivasse pollice verso, oltre che un guaio per le elezioni siciliane (si riuscirà a rifare per tempo la consultazione e come?), le primarie nazionali se non ben ponderate nel loro svolgimento potrebbero riservare un destino assai più negativo per i 5S con la possibile bocciatura, su ricorso, addirittura del candidato premier.
Insomma, i guai trascorsi (leggi Palermo e Genova innanzitutto) non sembra abbiano insegnato molto al Movimento per ovviare ai rischi delle consultazioni online. Oltretutto seriamente minacciate dai recenti hackeraggi per quanto se ne sa irrisolti. Con conseguenti inevitabili interrogativi da parte di non pochi iscritti sulla regolarità del voto. Una situazione complessiva, quella appena delineata, che alla fine potrebbe portare al pericolo più temuto, favorire cioè l’assenza di candidati credibili alla sfida con Di Maio, infoltendo piuttosto la folla degli illustri sconosciuti già più volte sperimentata in queste occasioni. Più sarà così e più la vittoria del vicepresidente della Camera, ormai decisa da tempo a tavolino da Grillo e Casaleggio, verrà sminuita agli occhi degli iscritti ma soprattutto dei potenziali futuri elettori. Insomma, occhio al Tar. Non tutto è scontato. Anzi.