La cornice normativa internazionale in materia di antiriciclaggio è costituita da un’articolazione di fonti rappresentata da standard internazionali, norme europee e convenzioni internazionali.
Gli International Standards on Combating Money Laundering and the Financing of Terrorism & Proliferation, elaborati dal GAFI (Gruppo d’Azione Finanziaria) e compendiati in quaranta Raccomandazioni, rappresentano i principi fondamentali in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo che i paesi sono chiamati a recepire nel contesto dei rispettivi ordinamenti giuridici, amministrativi e finanziari (Fonte: Banca d’Italia).
L’attività di vigilanza sul contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo (AML/CFT, ossia Anti Money Laundering e Combating the Financing of Terrorism) sta attraversando una fase di profondo cambiamento. In base a quanto comunicato il 20 ottobre 2022 da Bankitalia, a livello europeo è stata avviata una riforma per rafforzare il quadro istituzionale e dei controlli AML/CFT attraverso la definizione di una disciplina maggiormente armonizzata (single rulebook) e la creazione di nuova Autorità europea (Anti-money laundering Authority, AMLA) dotata, tra l’altro, di poteri di vigilanza sugli intermediari.
Anche la Banca d’Italia ha deciso di rafforzare la propria azione, attraverso la creazione di una nuova struttura, l’Unità di Supervisione e normativa antiriciclaggio (SNA), posta alle dirette dipendenze del Direttorio. La riforma permetterà alla Banca d’Italia anche di interagire con maggiore efficacia nel nuovo sistema europeo in corso di definizione. L’Unità SNA – in cui sono confluite tutte le attività AML/CFT finora svolte dal Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria – svolgerà i propri compiti attraverso tre divisioni, di cui due dedicate all’attività di supervisione e una che seguirà i profili normativi, metodologici, di cooperazione internazionale e di analisi dei rischi.
In questo contesto, la Banca d’Italia ha avviato un percorso di revisione delle metodologie che richiede, tra l’altro, di ampliare le informazioni a supporto delle attività di analisi. Questa scelta è coerente con gli Orientamenti EBA (European Banking Authority) sulla vigilanza AML basata sul rischio – recentemente entrati in vigore – che richiedono alle Autorità di vigilanza di fondare la propria azione su una molteplicità di fonti informative, funzionali al confronto con i soggetti vigilati, all’individuazione di tendenze e rischi emergenti e alla conduzione di valutazioni di rischio settoriali e individuali. In particolare, le Linee Guida richiamano espressamente l’esigenza di acquisire informazioni su tipologia di clientela, canali distributivi, operatività, prodotti e servizi offerti e sull’esposizione al rischio geografico. In una prima fase, le informazioni relative a questi fattori di rischio saranno acquisite attraverso un questionario rivolto agli intermediari vigilati, secondo una prassi molto diffusa a livello europeo.
Il questionario verrà somministrato in via sperimentale a un campione ampiamente rappresentativo di intermediari, in modo da poterne verificare l’efficacia e la funzionalità rispetto agli obiettivi; i tempi di risposta richiesti agli intermediari saranno di 6 settimane. I risultati saranno presi in considerazione nei prossimi mesi per apportare al questionario eventuali modifiche o affinamenti; una volta ultimato il progetto, la cui conclusione è stimata entro il primo semestre del 2023, la versione definitiva del questionario sarà sottoposta annualmente a tutti i soggetti vigilati a fini AML/CFT.