In 20 anni i robot occuperanno il 14% degli attuali posti di lavoro. Settore bancario e assicurativo tra i più esposti. In Europa 27% in meno di filiali in dieci anni, meno 20% in Italia. Capofila di questi cambiamenti BNL e Deutsche Bank
Nei prossimi 20 anni robot e computer potrebbero insidiare circa il 14% del totale degli attuali posti di lavoro. In particolare, secondo uno studio dell’Ocse, sarebbero molto esposti a questa “invasione” gli operatori di banche ed assicurazioni.
In effetti, in dieci anni si sono ridotti del 20% gli sportelli bancari in Italia e le mansioni più ripetitive sono state sostituite dagli algoritmi.
A livello europeo poi, tra il 2008 e il 2018, il sistema bancario ha perso un quarto delle unità operative e le filiali si sono ridotte del 27% (65.000 unità in meno)
Ad influire negativamente sul settore è stata (e sarà) soprattutto, come si diceva, la natura ripetitiva delle mansioni. Sarà così sempre più diffuso il ricorso al lavoro automatizzato, svolto da robot e macchine sempre più sofisticate, in vece della manodopera degli addetti agli sportelli o di chi sta in cassa.
In alcuni casi, questo scenario che sembra così lontano è già una realtà.
E’ accaduto per esempio alcuni mesi fa in BNL (Banca Nazionale del Lavoro) quando l’amministratore delegato Munari aveva annunciato di aver quantificato in 600 unità le eccedenze di personale, prevedendo, di conseguenza, la chiusura di circa 30 sportelli.
Tutto questo avveniva proprio perché «l’introduzione di soluzioni di machine learning e artificial intelligence, incorporando tecnologie di apprendimento, permettono di automatizzare processi non ripetitivi».
Ora, dopo BNL, anche Deutsche Bank ha deciso di rivolgersi ai robot con l’obiettivo di ridurre i costi ed incrementare la produttività. E il risultato, stando ai dati in circolazione, sarà positivo in termini di risparmi, quantificati in 6 miliardi di dollari, ma devastante dal punto di vista occupazionale dato che saranno a rischio 18 mila posti di lavoro.
DB in realtà aveva già anticipato questa “radicale trasformazione” nel luglio scorso, ma in questi giorni sono stati resi noti anche i dati sulle attività già svolte dai robot: 5 milioni di transazioni nella divisione corporate e 3,4 milioni di controlli nelle operazioni della banca d’investimenti.
A confermare il fatto che le cose stanno cambiando nel mondo lavorativo bancario ci sono anche le tipologie contrattuali che vengono sempre più spesso adottate in questo settore. Il tradizionale rapporto a tempo indeterminato full time è sempre meno presente. Al suo posto avanzano i rapporti di lavoro autonomo con i quali vengono “inquadrati” i consulenti, coloro che sono legati ai servizi di investimento e chi si occupa della distribuzione dei prodotti finanziari.
Sempre più richieste quindi abilità comunicative e relazionali, capacità di leadership e creatività, quelle abilità che sono definite, in due parole, soft skills.
Per tutto il resto, ci saranno invece di Robot.