Il governatore Ignazio Visco in Parlamento. Buoni risultati dai controlli, molto da fare sul piano della comunicazione
Un miliardo di euro il valore delle banconote stampate e messe in circolazione (pari al 17% del fabbisogno totale dell’eurosistema), 122 miliardi le riserve dello Stato detenute nei caveau di Palazzo Koch, 77 milioni le operazioni di incasso e pagamento realizzate come Tesoreria dello Stato, decine di migliaia di euro rimborsati ai correntisti per operazioni bancarie non in linea con le direttive. Sono questi alcuni dei numeri svelati ieri dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco dinnanzi alle Commissioni congiunte Finanze di Camera e Senato, in occasione dell’audizione sulla gestione e l’attività svolta nel 2016 dall’Istituto di via Nazionale.
Nel suo discorso introduttivo, il Governatore ha ricordato come la priorità della Banca centrale nel 2016 sia stata l’attività di vigilanza sui mercati finanziari, insieme alla supervisione della gestione delle crisi bancarie succedutesi nel corso dell’anno, eventi che tanto clamore hanno suscitato nell’opinione pubblica e creato più di qualche imbarazzo nel Governo.
Proprio in riferimento a questa delicatissima (e discussa) attività, Visco ha riferito come siano stati passati al setaccio, in maniera attenta e rigorosa, tutti gli istituti di credito (grazie ai famigerati stress test), con l’obiettivo di ottenere gli elementi informativi necessari per stilare la migliore valutazione prudenziale sullo stato di salute delle banche italiane.
A questa si aggiungono le diverse attività di controllo sugli intermediari, tanto in via ordinaria – per mezzo di accertamenti cartolari e ispezioni sul posto (si sono contate 145 verifiche sulle principali banche) – quanto in via straordinaria, a seguito di precise segnalazioni giunte all’Istituto.
Accanto alla tutela della stabilità finanziaria del sistema creditizio, gli sforzi degli ispettori di via Nazionale si sono concentrati anche sulla protezione della clientela: più di 10.000 sono stati gli esposti analizzati dal personale della Banca d’Italia, segnalazioni che hanno condotto a 153 azioni di accertamento diretto presso gli sportelli e alla restituzione di 35 milioni di euro impropriamente addebitati alla clientela, cui si aggiungono i 10 milioni di sanzioni comminate alle banche “poco trasparenti”.
Dalla relazione è emersa anche la consapevolezza circa la necessità di potenziare le azioni di educazione finanziaria, che nel corso del 2016 hanno coinvolto 114.000 studenti, anche se, a quanto affermato da Visco, il vero problema riguarda gli adulti e gli anziani, maggiormente interessati dalle dinamiche finanziarie e più esposti ai rischi di disinformazione.
Il tema della comunicazione rappresenta, infatti, un nervo scoperto per l’intero sistema. Dai diversi spunti emersi nel dibattito successivo all’intervento del Governatore, la necessità di un rafforzamento del ruolo della Banca d’Italia in questo campo è apparsa indispensabile, tanto che la senatrice Maria Cecilia Guerra (Mdp) ha rilevato come sia opportuno rafforzare l’informazione al pubblico in tema di grandi scelte finanziarie (quali, per esempio, il bail-in), argomenti complessi che se non spiegati con la giusta attenzione rischiano di provocare panico e allarmismi.
Il ruolo cardine dell’informazione è stato al centro anche dell’intervento della deputata M5S Carla Ruocco che, chiedendo a Visco un giudizio in merito alla proposta Consob di eliminare alcune delle informazioni oggi presenti sui prospetti informativi rilasciati dalle banche, ha ottenuto dal Governatore l’ulteriore conferma dell’importanza di fornire indicazioni precise alla clientela, insieme però anche alla necessità di avere venditori preparati, da scegliere tra personale specializzato piuttosto che tra semplici operatori di sportello. Questi ultimi, più che fornire dritte finanziarie potrebbero al massimo dispensare qualche buon consiglio.