*Estratto dell’intervento del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenuto il 6 febbraio 2021 al 27simo congresso Assiom Forex
La pandemia, con i suoi enormi costi economici e di vite umane, non è superata; i margini di incertezza sulla sua evoluzione rimangono elevati. L’impegno richiesto per affrontare l’emergenza sanitaria e sostenere le imprese, i lavoratori e le famiglie più colpiti è ancora grande.
La nostra economia ha dimostrato capacità di ripresa; il Paese deve ora trovare la coesione necessaria per riprendere la via dello sviluppo, sfruttando l’opportunità offerta dalla risposta venuta dall’Unione europea e affrontando i problemi strutturali che lo frenano nell’ambito di una strategia comune, che ha al centro le sfide della sostenibilità ambientale e della transizione digitale.
Gli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, insieme a un più generale riorientamento delle politiche nazionali, devono essere volti ad accrescere il potenziale di crescita, definendo i progetti e le modalità di gestione in maniera da consentirne la pronta realizzazione, nei tempi stringenti previsti dal programma europeo e in conformità con le dettagliate indicazioni operative della Commissione europea.
La sfida per le amministrazioni pubbliche non è di poco conto. L’attuazione del Piano, per quanto essenziale per la modernizzazione della struttura produttiva, rischia di non essere sufficiente a garantire un innalzamento duraturo del ritmo di crescita se non sarà accompagnata da riforme che sciolgano i nodi che frenano lo sviluppo e l’investimento privato.
Non si tratta di prestare un ossequio formale alle puntuali raccomandazioni della Commissione europea, ma di affrontare in maniera concreta problemi di cui da anni si dibatte. La combinazione della spinta al potenziale di crescita del PIL resa possibile da un utilizzo attento e incisivo dei fondi del programma Next Generation EU e la prolungata azione espansiva della politica monetaria offrono all’Italia la possibilità di affrontare con vigore anche il problema dell’alto rapporto tra debito pubblico e PIL.
Grazie a una vita media residua relativamente elevata, il costo del debito resterà basso per un prolungato periodo di tempo anche dopo che i tassi di mercato e quelli ufficiali avranno ricominciato ad aumentare. In queste condizioni, se si riuscirà a tornare, come è nelle nostre possibilità, su uno stabile sentiero di crescita, l’incidenza del debito sul PIL potrebbe scendere rapidamente dal picco raggiunto a causa della crisi. Una ritrovata fiducia nella qualità delle politiche e nelle prospettive dell’economia potrebbe consentire l’ulteriore riduzione del differenziale di rendimento tra i BTP italiani e i Bund tedeschi, che è ancora vicino al doppio di quelli di Spagna e Portogallo.
Con il miglioramento della congiuntura un’adeguata strategia di riequilibrio graduale dei conti pubblici potrebbe rafforzare tali effetti di fiducia e accelerare ulteriormente la riduzione del rapporto tra debito e prodotto. Le difficoltà del presente non devono impedirci di guardare al futuro. Vi sono certo rischi nel breve periodo. Ma è possibile, coltivando una visione di più lungo termine, fare meglio di quello che suggeriscono le proiezioni tendenziali.
Servono risposte consapevoli, convinte, efficaci ai gravi problemi dell’oggi, grandemente acuiti dalla pandemia ma riflesso di preesistenti ritardi strutturali. Per colmarli occorre l’impegno di tutti, delle imprese che operano nella nostra economia, incluse quelle dell’industria finanziaria rappresentate in questo congresso, come delle istituzioni da cui dipende l’azione di politica economica. Straordinari interventi di ristoro sono stati la risposta necessaria ad affrontare i momenti più gravi della crisi.
Superata l’emergenza, le misure volte ad alleviare le difficoltà di chi è più colpito dovranno costituire un ponte verso la realizzazione di riforme e investimenti che consentano di ritrovare la via dello sviluppo da troppo tempo smarrita.