Banca d’Italia ha pubblicato (www.bancaditalia.it) i risultati dell’indagine Regional Bank Lending Survey, condotta dalle proprie Filiali regionali su un campione di 244 banche, nel secondo semestre del 2022. L’indagine fornisce un quadro complessivo sulla domanda e sulle caratteristiche dei finanziamenti di imprese e famiglie e sulle politiche di offerta adottate dalle banche. I risultati dell’analisi sono stati divisi per area geografica e settore economico.
Dopo l’espansione osservata nella prima metà del 2022, nel secondo semestre del medesimo anno la domanda di credito delle imprese si è ridotta in tutte le aree del Paese, con un calo più marcato nel Mezzogiorno. La contrazione ha riguardato il settore manifatturiero e il terziario in tutte le ripartizioni territoriali; la domanda delle imprese edili si è invece ridotta soltanto nel Nord Est. Sulla riduzione hanno inciso le minori esigenze di finanziamento degli investimenti e, al Centro, anche quelle di ristrutturazione delle posizioni debitorie pregresse. Il fabbisogno per la copertura del capitale circolante, connesso con l’aumento dei costi di produzione e con l’espansione dell’attività economica, ha continuato a fornire un contributo espansivo alla domanda di prestiti, seppure in misura minore rispetto al semestre precedente.
Nello stesso periodo le politiche di offerta di credito alle imprese sono state moderatamente irrigidite, in particolare nei confronti delle aziende centro-settentrionali e di quelle edili. Le banche hanno segnalato un incremento degli spread applicati ai finanziamenti alle imprese, soprattutto per le aziende giudicate maggiormente rischiose, in connessione con un aumento della rischiosità percepita e dei costi di provvista.
Dopo la crescita osservata nella prima parte del 2022, nel secondo semestre dello stesso anno la domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie è diminuita nettamente in tutte le aree del Paese, soprattutto per effetto dell’aumento dei tassi di interesse.
La contrazione ha riguardato anche le richieste di crediti finalizzati al consumo. Le politiche di offerta di mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono state moderatamente irrigidite in tutte le ripartizioni territoriali, soprattutto attraverso un aumento degli spread medi applicati dalle banche sui finanziamenti erogati.
Per le nuove erogazioni di mutui il rapporto tra il valore del finanziamento e quello dell’immobile (loan to value ratio at origination) ha raggiunto il 72% nella media del 2022 (quasi 4 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente), mentre la durata media dei prestiti è cresciuta significativamente negli ultimi anni, superando ampiamente i 24 anni.
In base alle attese delle banche, nel primo semestre del 2023 la domanda di mutui dovrebbe continuare a ridursi in tutte le ripartizioni territoriali, mentre si osserverebbe una lieve ripresa in quella di credito al consumo.
Nel secondo semestre del 2022 i risparmiatori hanno fortemente aumentato la domanda di titoli di Stato e, in misura minore, di obbligazioni bancarie e di depositi; si è invece ridotta la richiesta di prodotti del risparmio gestito (quote di Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio – OICR – e polizze assicurative rivalutabili, unit linked, index linked o ibride) e, differentemente dal primo semestre, hanno ridimensionato anche quella di titoli azionari.