Venerdì 18 giugno è stato presentato in videoconferenza il Rapporto annuale “L’economia del Lazio”, a cura di Banca d’Italia. Il rapporto descrive il quadro macroeconomico del Lazio nel 2020 durante la pandemia e l’impatto che quest’ultima ha avuto sulle imprese, il mercato del lavoro, le famiglie, il mercato del credito e la finanza pubblica decentrata. Le misure di distanziamento sociale e la chiusura parziale delle attività, adottate per limitare i contagi, hanno avuto forti ripercussioni sul sistema economico regionale. L’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia mostra, per il 2020, una caduta del PIL in termini reali pari all’8,4 per cento, sostanzialmente in linea con la media nazionale.
L’impatto della crisi pandemica sulle imprese è stato profondo e diffuso in tutti i settori, sebbene ne abbiano risentito in misura maggiore le aziende dei comparti del commercio, alberghiero e della ristorazione, penalizzate dalle misure restrittive introdotte per ridurre i contagi e dal forte ridimensionamento dei flussi turistici. Le esportazioni e gli investimenti sono diminuiti. Per il 2021 le imprese si attendono una forte ripresa, meno diffusa tuttavia tra le aziende del terziario. Nel corso del 2020 l’indebitamento è aumentato notevolmente, risentendo dell’ingente fabbisogno di liquidità emerso con la crisi sanitaria. L’occupazione è significativamente diminuita dopo due anni di stagnazione. Il calo ha riguardato i dipendenti a tempo determinato e gli autonomi; l’impatto sul lavoro a tempo indeterminato è stato frenato principalmente dal blocco dei licenziamenti e dall’ampio ricorso alle misure d’integrazione salariale (Cassa integrazione guadagni e Fondi di solidarietà).
Il calo occupazionale è stato più pronunciato nei servizi, soprattutto nel comparto degli alberghi e della ristorazione, e ha interessato in misura maggiore i lavoratori più giovani e le donne. Il peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro ha scoraggiato la ricerca di un’occupazione; si è pertanto ridotto il numero di persone in cerca di una posizione lavorativa e, di conseguenza, il tasso di disoccupazione. Il calo occupazionale ha avuto conseguenze negative sulle condizioni economiche delle famiglie e sulla disuguaglianza dei redditi. Con il peggioramento delle condizioni reddituali, il numero delle famiglie beneficiarie del Reddito o Pensione di cittadinanza è aumentato di un terzo rispetto al 2019, di più che in Italia; un’altra larga platea di famiglie ha avuto accesso al Reddito di emergenza, misura istituita durante la crisi sanitaria. L’incidenza del complesso delle due prestazioni sul numero delle famiglie residenti è al livello della media italiana.
La pandemia di Covid-19 ha indotto un significativo calo dei consumi e un ampio incremento del risparmio delle famiglie. Alla crescita del risparmio si è associato un incremento della liquidità detenuta in strumenti a basso rischio, quali i depositi bancari e il risparmio postale. I prestiti alle famiglie hanno fortemente rallentato soprattutto per il credito al consumo che, sul finire dell’anno, ha ristagnato per la prima volta dal 2015. Il flusso dei nuovi mutui ha recuperato il calo registrato nella prima parte dell’anno, tornando a fornire un contributo positivo alla crescita dei finanziamenti nel secondo semestre, grazie a condizioni di finanziamento complessivamente migliorate.Nel corso del 2020, il totale dei prestiti fornito dal sistema finanziario alla clientela regionale è notevolmente cresciuto.
La regione Lazio si contraddistingue per un marcato livello di specializzazione nel settore dei servizi delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, oltre che per un tasso di adozione delle tecnologie digitali da parte delle imprese che si colloca lievemente al di sopra della media italiana. Durante la pandemia la quota di aziende che ha fatto ricorso al lavoro agile è stata superiore al resto d’Italia e la didattica in presenza più diffusa.