Il primo importante viaggio del premier questo fine settimana. Quali le posizioni in merito ai temi in agenda?
di Eleonora Masi
Venerdì 8 e sabato 9 giugno le sette potenze mondiali (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone, Canada) si riuniranno a Charlevoix, in Quebec, Canada, per l’annuale G7. Un battesimo di fuoco per il neo premier Giuseppe Conte che incontrerà per la prima volta la maggior parte delle grandi cariche.
Quali i temi che si affronteranno e quali le posizioni? Difficile capire esattamente in che direzione si muoverà questo governo in termini di politica estera nonostante le prime indicazioni. Conte ha consultato il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi sebbene l’Italia partecipi al summit con un dossier preparato dall’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni vista la vicinanza fra l’evento ed il nuovissimo insediamento del governo pentaleghista.
Elenchiamo, quindi, i quattro punti principali estrapolati dai cinque grandi temi in agenda. Si discuterà di:
- Dazi introdotti dagli Stati Uniti su acciaio e alluminio, fattore che indubbiamente influenza i mercati dell’Unione nonché quelli italiani (l’Italia esporta negli USA 653 milioni di euro di merci ogni anno come ricorda il Sole 24 Ore riportando un dato di Federacciai).
- Immigrazione. Si discuteranno le possibili regole sull’asilo con una proposta di riforma del regolamento di Dublino avanzata dalla presidenza bulgara, regolamento che anche l’attuale governo spera di “superare”, termine utilizzato nel contratto al punto 13. La posizione del governo gialloverde sull’immigrazione è un netto contrasto a quello che viene definito business “cresciuto a dismisura sotto il mantello della finta solidarietà”, come ha detto ieri Conte nel suo discorso. L’Italia ha un ruolo cruciale in merito alla questione, l’ha confermato anche il primo ministro tedesco Angela Merkel nei giorni scorsi ammettendo che l’Italia sia stata “lasciata sola” nella gestione dell’emergenza migranti.
- Sanzioni: su quelle alla Russia la posizione del nuovo governo è ben precisa, ribadita ulteriormente perfino nel discorso di insediamento. Senza mettere in discussione l’appartenenza alla Nato e le relazioni con gli Stati Uniti, il primo ministro Conte ha dichiarato che il nuovo governo sarà fautore di un’apertura alla Russia, “quale partner economico e commerciale potenzialmente sempre più rilevante”, cita il contratto di governo, promuovendo una revisione del sistema delle sanzioni, poiché non costituisce una “minaccia militare”. Poco da aggiungere. Si parlerà anche delle sanzioni all’Iran, dove si presuppone che l’Italia appoggi la posizione dell’Europa a favore di un mantenimento dell’intesa.
- Politiche in supporto all’uguaglianza di genere: questo sembra essere uno dei temi cruciali e più cari al Primo Ministro canadese Justin Trudeau. Come si presenta l’Italia in merito, avendo appena eliminato, di fatto, il ministero delle Pari Opportunità e avendo scelto di formare un esecutivo di sole 5 donne ministro contro 13 uomini, fra cui Lorenzo Fontana, ministro della famiglia e della disabilità che ha affermato l’inesistenza delle famiglie gay? È una posizione certamente opposta a quella di Trudeau.