Per tutti le presidenze delle Camere come “organismi di garanzia”, da oggi via alle interlocuzioni
Mentre il Partito Democratico è impegnato a leccarsi le ferite e ad iniziare una fase di rigenerazione, che ancora non sappiamo se porterà a delle vere primarie, i leader “vincitori”, Matteo Salvini per la Lega e Luigi Di Maio per il Movimento 5 Stelle, si stanno incontrando con alleati, stampa estera e stakeholder di vario genere (oggi il Capo politico del Movimento è stato ospite di Confcommercio).
Dopo un (si vocifera) acceso confronto a Roma tra gli alleati della coalizione di centrodestra avvenuto ieri sera, Silvio Berlusconi oggi ribadisce quanto detto più volte: no al governo con i 5 Stelle. Tuttavia, avanza la proposta di un Esecutivo di centrodestra con un sostegno del Partito democratico limitato a singoli provvedimenti.
A confermare l’impossibilità di una formula di governo Lega+M5S scende in campo anche l’azzurro Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo e potenziale candidato premier del centrodestra se Forza Italia avesse prevalso su Salvini. “Moltissimi deputati della Lega, tutti quelli eletti nei collegi, sono deputati eletti anche con i voti di Forza Italia, Fratelli d’Italia e di Noi per l’Italia, quindi hanno un vincolo anche con questi elettori” e ancora, “c’è un documento sottoscritto nel momento della formazione delle liste perché nessuno eletto con Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia avrebbe cambiato bandiera o avrebbe rotto le alleanze. I patti sono sacri, i patti vanno rispettati”.
Dal canto loro, Salvini e Di Maio sembrano però essere “allineati”: per entrambi, le presidenze delle Camere sono organismi di garanzia che dovranno prescindere da qualsiasi questione di governo. Da una parte il leader del Carroccio ha ribadito che le convergenze per Palazzo Chigi dovranno basarsi su un programma di cui ormai conosciamo i contenuti: cancellazione della Legge Fornero, Flat tax al 15%, meno burocrazia e più federalismo; dall’altra, Di Maio si concentra sul blocco delle clausole per l’aumento dell’Iva e su una revisione sistemica del sistema di tassazione.
Prosegue anche il posizionamento internazionale dei 5 Stelle. Di Maio ha mostrato apprezzamento per le parole del Commissario europeo Pierre Moscovici, che avrebbe espresso fiducia nella democrazia italiana e nell’impegno dell’Italia nella Ue. Secondo il leader grillino all’Italia servirà meno di quanto non sia servito alla Germania per formare un governo (6 mesi).
Ancora, nel stesso giorno in cui il Movimento rende nota la formazione della propria “squadra istituzionale” (leggi qui i nomi dei loro Vicecapigruppo, Segretari e Tesorieri per Camera e Senato), si apprende da più parti che con oggi sono partite le interlocuzioni tra i gruppi delle forze elette in parlamento per la XVIII Legislatura.
Per quanto riguarda il Nazareno, su alleanze e presidenze Maurizio Martina (attuale Segretario reggente del Pd), per una volta ha dato ragione a Salvini: la formula di governo Lega+PD (e altri) non può esistere. Lo stesso ha però chiarito che su Senato e Camera il PD è aperto al confronto con tutte le forze politiche. Questa sì è l’unica cosa su cui tutti sembrano essere d’accordo, almeno per ora.
Da sottolineare che proprio ieri, lo stesso “reggente”, nonché ministro all’Agricoltura, ha annunciato le proprie dimissioni dal suo incarico al Mipaaf; dimissioni accolte dal premier Paolo Gentiloni che ha assunto così ad interim la delega alle Politiche Agricole.
Il fatto in sé non costituisce affatto una novità, ma certo, vista l’incertezza della situazione politica italiana post-voto, si fa largo la questione sulla durata reale che potrebbe avere l’Esecutivo tuttora in carica; specie considerando le attività ministeriali concernenti decreti e gestione dei bandi e i prossimi appuntamenti come quello del DEF.
Si rimane in attesa delle prime dichiarazioni dopo le interlocuzioni di questa sera tra le diverse forze politiche.