“In Senato norme estranee a natura DdL”. Intanto in Commissione Lavoro Governo battuto su riforma Jobs Act
di Simona Corcos
Concluso l’esame preliminare della Manovra di Bilancio in V Commissione a Montecitorio. Sono stati oltre 6 mila gli emendamenti depositati alla scadenza del termine: dai primi giorni della prossima settimana i gruppi saranno quindi invitati a segnalare un numero ristretto di emendamenti da porre in votazione a partire da mercoledì 13 dicembre.
Il relatore, nonché Presidente di Commissione, Francesco Boccia (PD), ha evidenziato come la manovra, nel rispetto della riforma di contabilità pubblica approvata nel 2016, avrebbe dovuto essere molto più snella, limitandosi a pochi articoli, ed essere eventualmente accompagnata da disegni di legge collegati, recanti misure relative ai singoli settori. Boccia ha poi sottolineato come nel corso dell’esame in Senato siano state inserite numerose disposizioni non pienamente rispondenti ai criteri stabiliti dalla predetta disciplina. E proprio in relazione alle numerose misure di carattere anche microsettoriale o localistico introdotte nel corso dell’esame da parte del Senato, ha sottolineato come ciò potrà complicare l’esame di ammissibilità per materia delle proposte emendative presentate alla Camera.
In merito alla web tax Boccia ha ricordato che sin dall’inizio della legislatura era stato proposto, forzando le regole europee, di applicare l’imposta alle società aventi stabile organizzazione in Italia. Una condivisione quindi della scelta del Senato di introdurre la web tax, con una variante: quest’imposta potrebbe essere diversamente disciplinata, prevedendo la sua applicazione già a decorrere dal 2018, ricomprendendovi tutte le transazioni digitali (quindi anche quelle commerciali e non solo i servizi) e fissando un’aliquota inferiore, pari all’1 o al 2%. Questa modifica secondo Boccia permetterebbe di ottenere introiti già nel 2018 e avrebbe il vantaggio di garantire un ammontare molto maggiore delle entrate previste.
Nel frattempo si è consumato in Commissione Lavoro uno strappo tra maggioranza e governo. Via libera a due emendamenti alla Manovra sui quali il Ministero del lavoro aveva espresso parere contrario. Si tratta della proposta di riforma della governance Inps e Inail e del raddoppio di mensilità che rappresentano l’indennità per il lavoratore in caso di licenziamento (entrambi sponsorizzati dal Presidente di Commissione Cesare Damiano, facente parte della minoranza Pd, ndr). Due misure che difficilmente passeranno al vaglio della Commissione Bilancio.
Sempre in Commissione Lavoro, sono state approvate 17 proposte di modifica, tra cui la proroga al 2019 dell’Ape sociale, il divieto di pagamento di qualsiasi retribuzione in contanti, l’estensione di tutele per le donne che subiscono molestie nei luoghi di lavoro.
Mentre dalla Commissione Finanze arriva lo slittamento al 2019 dei nuovi indici di affidabilità fiscale, che sostituiranno gli studi di settore. Intanto in Commissione Attività Produttive si è riaperta la questione dell’allargamento del collegio dell’Autorità per l’Energia e delle relative competenze in materia sui rifiuti con iniziative del Pd e del M5S. Sempre il M5S ha presentato un emendamento sui maxi conguagli delle bollette elettriche già oggetto di un apposito disegno di legge.
Presentato dai dem un emendamento alla manovra per tagliare di un quarto il numero delle firme da presentare a supporto della lista per i partiti non presenti in Parlamento come prevede il Rosatellum (che potrebbe andare incontro alle richieste dei radicali, e non solo).
I lavori in Commissione si concluderanno probabilmente domenica 17 dicembre, poi la manovra andrà in Aula martedì 19 (il termine per gli emendamenti in Aula è stato fissato alle 18 di lunedì 18 dicembre).