Jill Morris in audizione ribadisce il ruolo chiave della “heavy membership” con l’UE
di Eleonora Masi
L’ambasciatrice del Regno Unito in Italia, Jill Morris, è stata audita giovedì 26 luglio presso le Commissioni riunite Esteri e Politiche UE della Camera, nell’ambito dell’esame della Risoluzione del Parlamento europeo sul quadro delle future relazioni tra l’Unione europea e il Regno Unito. L’intervento di Morris, in quello che lei stessa ha definito un “periodo cruciale” a meno di nove mesi dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, si è prevalentemente concentrato sui contenuti del Libro Bianco appena pubblicato.
Le parole chiave sono state poche e più volte ripetute: partnership, coesione, novità. Nell’ambito degli accordi la sovranità del Regno Unito e, al tempo stesso, l’autonomia dell’UE verranno garantite attraverso una relazione nuova, “speciale”. Il Regno Unito esce, sì, dal mercato unico e dall’unione doganale, ma salvaguardando il commercio la e cooperazione in materia di sicurezza e mobilità dei cittadini. Quello dell’UE con il Regno Unito sarà un rapporto diverso da quello con un qualsiasi paese terzo: “riflettendo storia e stretti legami che li accomunano” perché il Regno Unito sia “non solo un vicino, ma il migliore amico dell’Unione Europea”.
In materia economica, il governo britannico propone la definizione di una zona di libero scambio per le merci, inclusi i prodotti agro alimentari, regolata da norme condivise, senza abbassare gli standard di qualità e sicurezza che i cittadini britannici pretendono. Si vedrà l’imposizione di tariffe stabilite dal Regno Unito per prodotti destinati al suo mercato, mentre si seguiranno le regole già presenti per il mercato UE per i beni ad esso rivolti. Queste misure evidenziano anche un’assunzione di responsabilità per evitare il ripristino di un confine fisico anche fra Irlanda ed Irlanda del nord, per cui l’importanza del mantenimento della pace è stata più volte sottolineato da Morris.
Per ciò che concerne la sicurezza “la vostra è la nostra” ha affermato Morris riportando le parole della stessa premier Theresa May. Non ci saranno lacune a livello di capacità operative, si dovranno mantenere livelli di cooperazione alti contro le minacce attraverso la condivisione di dati ed informazioni critiche. Anche se, seguendo nuovi accordi, il Regno Unito conferma la sua partecipazione ad Europol ed Eurojust accettando le regole delle due agenzie e sostenendone i costi. Lo stesso dicasi per i temi di politica estera: si troveranno azioni congiunte per affrontare “le più pressanti sfide globali” per assicurare l’operatività delle forze armate e della difesa nella lotta al terrorismo. Inoltre, ha affermato Morris, il Regno Unito resterà membro della Corte Europea dei diritti dell’uomo, fondamentale per affrontare la pressante questione migratoria.
Morris ha inoltre sottolineato l’enorme contributo dei 700.000 cittadini italiani presenti sul territorio britannico. I loro diritti sarebbero assicurati dell’accordo attraverso il programma “Settled status”, in fase di implementazione. Il quadro di riferimento per la mobilità dopo la fine del periodo transitorio è chiaro: pur tutelando i confini del Paese, si continueranno ad agevolare viaggi di svago e di lavoro per la fornitura di servizi, nonché di studio per una facilitazione dell’accesso alle università britanniche e alle esperienze culturali offerte.