Mark Zuckerberg, nel consueto rapporto annuale della sua società, ha lasciato intendere che starebbe valutando la chiusura di Facebook e Instagram per gli utenti del Vecchio Continente, a meno che non si risolva al più presto la scottante questione riguardante le restrizioni imposte dalla legislazione eurounitaria sul trattamento dei dati personali dei titolari degli account.
Infatti, se a Meta (questo dallo scorso ottobre è il nuovo nome di Facebook) non verrà concessa l’opzione di trasferire, conservare e utilizzare i dati dei suoi utenti europei sui server americani, allora il colosso potrebbe essere costretto a chiudere alcune delle sue attività presenti sul suolo dell’Unione Europea. Proprio riguardo tale fatto, le autorità di regolamentazione di tutta Europa stanno attualmente elaborando una nuova legislazione, in grado di determinare il modo in cui i dati degli utenti europei verranno trasferiti attraverso l’Oceano Atlantico.
Vale la pena qui ricordare il precedente accordo strategico “Privacy Shield” esistente tra Europa e Stati Uniti, relativo agli scambi transatlantici dei dati personali a scopo commerciale, dichiarato non valido nel luglio 2020 proprio attraverso una decisione presa dalla Corte di giustizia europea. Quest’ultima aveva stabilito, appunto, che lo standard di trasferimento dei dati sensibili non proteggeva adeguatamente la privacy dei cittadini europei.
Pertanto, le autorità dell’UE e il governo americano si trovano adesso a discutere su come risolvere in breve tempo la delicata controversia, mentre i prossimi decisivi sviluppi in merito alla vicenda sono attesi entro la prima metà del 2022. Si tratta, insomma, di una questione cruciale dove non sono in gioco soltanto gli interessi economici di un colosso del mondo informatico ma anche, e soprattutto, la salvaguardia della privacy e la sicurezza dei dati appartenenti ai cittadini d’Europa.