A distanza di dodici mesi, diffusi i primi dati sull’applicazione della riforma. Stefania Giannini: “Iniziato un processo di investimento sul capitale umano del Paese”
Sabato 16 luglio sarà trascorso un anno dall’entrata in vigore della Legge “Buona Scuola” che ha previsto il riassetto del sistema scolastico. Si tratta di una delle riforme più rilevanti e, al tempo stesso, più discusse portate avanti dal Governo Renzi.
Per l’occasione, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) ha realizzato un dossier nel quale vengono resi noti i risultati finora raggiunti dalla normativa e si dettagliano le iniziative che verranno messe in atto a partire dal 2016. Tra i principali cambiamenti apportati dalla riforma, va ricordato in primo luogo il Piano di assunzioni che ha portato al reclutamento di 90.000 docenti nel 2015, cui ha fatto seguito il concorso per 63.712 insegnanti ancora in itinere. Da segnalare, inoltre, l’avvenuta obbligatorietà dell’Alternanza scuola-lavoro, che da ora in avanti sarà destinataria di un contributo annuale di 100 milioni di euro, la diffusione dei dati contenuti nell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, il lancio del Piano Nazionale Scuola Digitale (in base al quale 20.241 plessi saranno a breve coperti da connessioni Internet Wi-Fi) e l’introduzione dei Rapporti di autovalutazione con cui le scuole hanno analizzato i propri punti di debolezza e indicato i relativi obiettivi di miglioramento.
La Ministro Stefania Giannini ha fornito un giudizio sostanzialmente positivo sulla prima applicazione della Buona Scuola, notando come “non siano mancate critiche e difficoltà” e ribadendo che con la riforma “è iniziato un processo di investimento sul capitale umano del nostro Paese, nella convinzione che questa sia la leva più efficace per consentire ai giovani di affrontare le sfide della modernità e della globalizzazione con competenze e conoscenze avanzate”.