Occupazione al 59% e disoccupazione al 9,9%. Il numero di occupati è ai massimi livelli dal 1977, per i senza impiego si è registrato il dato più basso dal 2012. Di Maio esulta: “Merito del Decreto dignità”. Renzi frena gli entusiasmi: “L’occupazione cresce di poco, e comunque è merito delle nostre riforme”. Confortanti anche i dati Eurostat.
“Il Decreto Dignità sta funzionando”. Così ha commentato il Ministro del lavoro Luigi Di Maio i dati diffusi recentemente dall’Istat in tema di occupazione, tirando un sospiro di sollievo e uscendo così dall’angolo in cui era finito in questo ultimo periodo soprattutto per le vertenze gestite dal Ministero dello Sviluppo economico, diretto sempre dall’ esponente pentastellato.
A supporto il premier Conte, anch’egli in una situazione non facile ultimamente per via della possibile procedura d’infrazione e per le tensioni tra i partiti di governo.
Di tutt’altro avviso, invece, Matteo Renzi che, via social ha ricordato che “con noi si è registrato un aumento di oltre un milione di posti di lavoro. Quando al Governo vanno loro, esecutivo Conte, si passa dai 23 milioni e 295mila di cui sopra fino a 23 milioni e 387mila. L’aumento di posti di lavoro è stato quindi di 92 mila unità.” “con noi è cresciuta di più di un milione, con loro di meno di 100mila. Meglio che nulla”.
Commenti dai toni “politici” a parte, i dati dell’Istituto nazionale di statistica certificano che il numero di occupati è ai massimi livelli dal 1977 e la disoccupazione registra il dato più basso dal 2012.
Infatti, come si legge nel comunicato, “dopo la sostanziale stabilità registrata ad aprile, a maggio 2019 la stima degli occupati risulta in crescita rispetto al mese precedente (+0,3%, pari a +67 mila); anche il tasso di occupazione sale al 59,0% (+0,1 punti percentuali)”.
A trainare l’occupazione sono soprattutto gli uomini (+66 mila) mentre sono sostanzialmente stabili i dati relativi all’universo femminile. Stabili anche i 15-24enni, in calo i 35-49enni (-34 mila) e in aumento le altre classi di età, prevalentemente gli ultracinquantenni (+88 mila).
A crescere sono poi sia gli indipendenti (+28 mila) sia i dipendenti, permanenti e a termine (+39 mila nel complesso).
Si contrae il numero delle persone in cerca di occupazione (-1,9%, pari a -51 mila), sia sul fronte maschile che su quello femminili, un po’ per tutte le classi di età, eccezion fatta per i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione cala al 9,9% (-0,2 punti percentuali).
Gli inattivi (15 – 64 anni) sono anch’essi sostanzialmente stabile, in virtù di una diminuzione tra gli uomini (-29 mila) e di una crescita tra le donne (+33 mila).
Il tasso di inattività è invariato al 34,3% per il quarto mese consecutivo.
Osservando invece i dati trimestrali relativi al periodo marzo-maggio 2019 si rileva che l’occupazione registra una crescita rilevante rispetto ai tre mesi precedenti (+0,5%, pari a +125 mila), verificata per entrambi i generi e che nel medesimo periodo aumentano sia gli indipendenti (+0,5%, +27 mila) sia i dipendenti permanenti (+0,6%, +96 mila) sia, in misura lieve, quelli a termine. Anche il dato trimestrale evidenzia inoltre che per tutte le classi di età si registrano segnali positivi ad eccezione dei 35-49enni.
Anche a livello trimestrale, all’aumento degli occupati si associa un ampio calo delle persone in cerca di occupazione (-3,7%, pari a -100 mila) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,3%, -37 mila).
E anche su base annua l’occupazione risulta in crescita (+0,4%, pari a +92 mila unità), sempre trainata dagli ultracinquantenni (+300 mila) mentre risultano in calo le fasce di età centrali.
Nei dodici mesi, la crescita degli occupati si accompagna a un notevole calo dei disoccupati (-6,9%, pari a -192 mila unità) e a una sostanziale stabilità degli inattivi tra i 15 e i 64 anni.
Proprio in questi giorni, a supporto dei dati nazionali, sono arrivati quelli dell’Eurostat dai quali risulta che il tasso di disoccupazione destagionalizzato dell’area dell’euro (19 Paesi che adottano la moneta unica) è stato del 7,5% a maggio 2019, in calo dal 7,6% dell’aprile precedente e dall’8,3% nel maggio 2018. Si tratta anche qui del tasso più basso registrato nell’area dell’euro dal luglio 2008. La disoccupazione nell’Ue28 era del 6,3% a maggio 2019, in calo dal 6,4% nell’aprile 2019 e dal 6,9% nel maggio 2018. Eurostat stima che i disoccupati nell’Ue siano ora 15 milioni e 653mila. Tra gli Stati membri, i tassi più bassi di persone senza impiego nel maggio 2019 sono stati registrati nella Repubblica Ceca (2,2%), Germania (3,1%) e Paesi Bassi (3,3%).
Unica nota dolente riguarda i tassi di disoccupazione più elevati dove purtroppo il nostro Paese “conquista” la medaglia di bronzo. Dopo Grecia (18,1% nel marzo 2019) e Spagna (13,6%), infatti, c’è l’Italia con il suo tasso di disoccupazione al 9,9%.
Rispetto a un anno fa, il tasso di disoccupazione è sceso in 23 Stati membri, è rimasto stabile in Austria e aumentato in Danimarca (dal 5,0% al 5,1%), Lussemburgo (dal 5,6% al 5,7%), Polonia (dal 3,7% al 3,8% ) e Svezia (dal 6,2% al 6,3%). Le maggiori diminuzioni sono state registrate in Grecia (dal 20,2% al 18,1% tra marzo 2018 e marzo 2019), Spagna (dal 15,4% al 13,6%). I disoccupati under25 sono invece 3,2 milioni: i tassi più bassi sono stati osservati in Germania (5,1%) e Paesi Bassi (6,3%), mentre i più alti sono stati registrati in Grecia (40,4% nel marzo 2019), in Spagna (31,7%) e in Italia (30,5%).
Ma quindi, alla luce di questi dati, decreto dignità e jobs act hanno avuto effetto in tutta Europa?.