Presentato il “Mattarellum 2.0”: sistema a turno unico, collegi uninominali e premio di maggioranza ridotto
Dopo mesi di discussioni sulla possibilità di modificare l’Italicum, dettate in primo luogo da ragionamenti sul “combinato disposto” tra l’avvenuta entrata in vigore della riforma elettorale e l’eventuale vittoria dei Sì al referendum costituzionale, martedì 19 luglio ha visto la luce la prima proposta di revisione del testo approvato nel maggio 2015.
Nel corso di una conferenza stampa, gli esponenti della minoranza del Partito Democratico Roberto Speranza, Andrea Giorgis e Federico Fornaro hanno infatti presentato i contenuti di un meccanismo di elezione della Camera subito identificato, nell’ambiente parlamentare, come “Mattarellum 2.0” o “Bersanellum”, in ossequio al ruolo di riferimento in materia esercitato dall’ex segretario dem. In base al sistema suggerito dagli avversari interni di Matteo Renzi, i 630 membri di Montecitorio verrebbero eletti con un unico turno elettorale, in seguito al quale 475 seggi sarebbero assegnati mediante collegi uninominali (da qui il richiamo al Mattarellum in vigore dal 1993 al 2005) e i 12 della circoscrizione Estero verrebbero invece ripartiti con un meccanismo proporzionale. Per quanto concerne l’attribuzione dei rimanenti 143 deputati, questa seguirebbe i seguenti criteri: fino a 90 alla lista o coalizione risultata vincitrice (che disporrà pertanto di una maggioranza fino a 350 seggi), 30 alla formazione seconda per rappresentanza ottenuta e 23 assegnati proporzionalmente alle liste o coalizioni che abbiano superato il 2 per cento dei voti, ma abbiano prevalso in meno di 20 collegi. Nella visione dei proponenti, una legge elettorale di questo tipo garantirebbe la governabilità, senza penalizzare eccessivamente la piena rappresentanza del quadro politico.
Le differenze tra il sistema ideato dalla minoranza dem e l’Italicum risiedono principalmente nell’assenza del ballottaggio tra le due forze più votate e nella scomparsa dei capilista bloccati, dal momento che i deputati non eletti tramite collegi uninominali verrebbero selezionati tra i candidati dei vari partiti risultati sconfitti nei collegi stessi. Al contrario, un importante coincidenza fra i due meccanismi è rappresentata dal loro riferirsi esclusivamente all’elezione della Camera, ritenendo implicitamente già effettiva la fine del Senato elettivo dichiarata dalla riforma costituzionale sostenuta dal Governo. E proprio questa inaspettata convergenza tra i testi suggerisce che, con tutta probabilità, ogni ipotesi di revisione dell’Italicum per iniziativa parlamentare sarà rinviata a dopo la consultazione referendaria del prossimo autunno. Quantomeno, al di là delle consuete aperture e bocciature a caldo, la proposta della minoranza del Pd garantirà ai Gruppi di Montecitorio e Palazzo Madama una base su cui iniziare a riflettere.