Il Cavaliere, da Fabio Fazio, ha sondato gli umori del pubblico e degli alleati. Costringendo a parlare di sé
di S.D.C.
Un putiferio. Un vero putiferio. Come ai vecchi tempi. Tutto previsto. E’ tornato il Berlusconi del foglio bianco rigirato in mano, degli aneddoti famigliari e dei ricordi, delle mezze (e intere) bugie, dei sorrisi a tutti denti e dell’eloquio semplice e debordante… Degli annunci ad effetto. Solo per vedere l’effetto che fa.
Riassumiamo brevemente. Ieri sera, appunto, Berlusconi, a domanda (prevedibile) del conduttore, risponde che come candidato del Centrodestra il generale Leonardo Gallitelli (pugliese, 69 anni e fino al 2015 comandante generale dell’Arma) potrebbe andare a pennello (un esempio di “qualcuno che non viene dalla politica, qualcuno che possa essere visto come una garanzia come premier”). E parte il tam tam in rete e oltre.
Stamane, intervistato su Radio24, Matteo Salvini è spiazzato: dice che non ne sa niente. “Questa non l’avevo mai sentita a una riunione” le parole del segretario della Lega, che alza le spalle pure sull’esistenza di un accordo sulla squadra dei ministri. “Quando ci siamo visti a Catania (in occasione delle ultime regionali, ndr) gli ho detto: scusa Silvio, ma non continuare a dire questa cosa dei ministri. Perché non ne abbiamo mai parlato; e perché è l’ultima delle cose che gli italiani sono interessati ad ascoltare”. E per essere più chiari: “Figurarsi – aggiunge infastidito -, non abbiamo ancora sottoscritto il programma comune! L’età pensionabile, l’aliquota fiscale, la legittima difesa, la riforma della scuola. Secondo lei abbiamo sottoscritto il numero dei ministri?”.
Infine, è il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, a decriptare il messaggio rendendolo evidente anche ai meno attenti. “Il nome del generale Gallitelli – spiega – è stato fatto dal Presidente come esempio di un civil servant di straordinaria capacità, integrità, un amico che ha fatto per tanti anni il Comandante generale dell’arma dei Carabinieri. Un esempio dello standard di qualità della società civile che noi pensiamo di coinvolgere nell’attività del prossimo governo”. Insomma, solo un esempio, un nome buttato là tanto per fare (tanto che nemmeno l’interessato era stato avvertito). Ma intanto prendendosi tutta la scena. E confermando a tutti chi decide, deciderà al momento giusto nella coalizione se vittoriosa.
Resta solo il dubbio che anche in tema di programma elettorale e di singole misure che ne faranno parte, gli annunci potranno esser fatti solo per vedere “l’effetto che fa”. Basta che la rete amplifichi, che i social diffondano, che i titoli scattino sulla stampa… La verità si scolora presto nel marasma delle polemiche. Sì, sarà una campagna elettorale dura, giocata fuori assai prima che nelle urne.
PS Berlusconi ha detto anche che Angela Merkel, al contrario dei nostri governanti, si aggirava a Bruxelles mentre si decideva sulla sede dell’Ema. “Mi fanno precisare che la Cancelliera non c’era…”, osserva Fazio mentre lui sta per uscire. “Me l’ha detto Tajani…”, si difende. Che anche il presidente del Parlamento Europeo volesse vedere l’effetto che fa?