L’Italia ha tempo fino a lunedì per prendere contromisure sulla qualità dell’aria. Ma il ministro Galletti non sembra preoccupato
Dieci giorni di tempo per adeguarsi ai limiti emissivi europei. E’ questo l’ultimatum che l’Unione europea ha stabilito per l’Italia, al termine del vertice sulla qualità dell’aria convocato nella giornata di ieri a Bruxelles.
Una sorta di ultima chance per il nostro Paese prima di essere deferito, in ultima istanza, alla Corte di Giustizia europea, insieme ad altri 8 Stati membri dell’Ue (Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Regno Unito). Tutti Paesi che, come il nostro, non hanno adottato le necessarie misure per contrastare efficacemente i livelli di inquinamento, ormai fuori controllo in molte città italiane, e sono attualmente oggetto di procedimenti di infrazione per il superamento delle soglie stabilite per l’inquinamento atmosferico.
Un rinvio, quello alla Corte di Lussemburgo, che costerebbe caro all’Italia, sia in termini prettamente economici (per una multa che si prefigura salatissima), sia in termini di credibilità nei confronti delle Istituzioni comunitarie, essendo trascorsi ormai molti anni da quando la Commissione europea ha richiamato per la prima volta l’Italia al rispetto della Direttiva Ue sulla qualità dell’aria.
Nessuna sorpresa quindi se il Commissario all’Ambiente Karmenu Vella, di fronte a una platea formata dai Ministri suoi omologhi, tra cui Gian Luca Galletti, ha fissato a lunedì prossimo il termine di scadenza per presentare tutta la documentazione a riprova di come i singoli Paesi intendano conformarsi alle norme comunitarie, pena l’adozione di provvedimenti legali.
Ma se la Commissione europea ha ribadito, per voce di Vella, di voler ‘dare importanza alle cose importanti’, sottolineando come sia prioritario contrastare gli effetti dell’inquinamento in termini di vite umane (e l’Italia è ai primi posti della classifica europea di morti premature dovute allo smog), la questione non sembra essere in cima alle preoccupazioni del Governo, che per mezzo dell’uscente ministro Galletti, al margine dell’incontro, ha ribadito come l’impegno dell’Italia sul fronte ambientale sia già stato ampiamente dimostrato dagli atti dell’Esecutivo.
Nonostante la tirata d’orecchie dell’Ue e gli ultimi dati di Legambiente sull’inquinamento atmosferico da cui emerge un quadro tutt’altro che rassicurante delle nostre città (con costi altissimi in termini sanitari e ambientali), sorprende che questo tema sia rimasto finora ai margini della discussione e degli impegni delle forze di Governo, almeno fino all’avvicinarsi della resa dei conti in ambito europeo.