Obiettivo: 85% di copertura entro la fine del 2017. Polemica sui bandi. L’ad in audizione alla Camera
“Tim investirà nei prossimi tre anni undici miliardi e mezzo di euro, i piani sono ben noti e prevedono l’85% di copertura entro la fine di quest’anno”. Con queste parole Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Telecom Italia, ha iniziato il suo intervento presso la Commissione Trasporti della Camera dei deputati, presieduta da Michele Meta (Pd). Cattaneo ha proseguito dicendo che “per quanto riguarda Roma entro quest’anno copriremo il 98% in Fttc (fibra fino al cabinet), entro il prossimo anno circa il 60% sarà coperto in Ftth (fibra fino a casa)”. L’ad ha inoltre sottolineato che l’Ftth e il 5G saranno principalmente volti a soddisfare usi professionali e connessioni all’interno delle smart city.
Sulle aree bianche, ovvero quelle in cui gli operatori non avrebbero intenzione di investire, Cattaneo ha dichiarato che “sono cambiate le posizioni e il mercato si è ampliato, non in tutte le aree bianche, ma solo in alcune, e appena è successo lo abbiamo comunicato. Questo non è previsto solo dalla normativa europea, ma lo stesso bando Infratel dice, in analogia alla norma europea e al recepimento della norma italiana, che un quinto dell’ammontare complessivo dimensionale dell’appalto può essere ridotto proprio perché contempla una modifica delle condizioni”. Il manager ha proseguito il suo intervento affermando di non poter accettare limiti all’iniziativa privata, ciò non sarebbe degno di una democrazia, in quanto Telecom Italia deve sentirsi libera di soddisfare i propri clienti attraverso un miglioramento della sua infrastruttura privata nelle zone ritenute “a mercato”.
“Noi siamo assolutamente in aderenza a quello che dice l’Unione europea e non possiamo non dire che la suddivisione delle aree bianche è cambiata. Certamente se poi Infratel cambia ogni anno gli indici, e quindi i 30 mega di download li vuole anche in upload, e questo significa averne 200 in download capite che è come iniziare la partita e cominciare a cambiare le regole”; queste le parole dalle quali emerge una puntualizzazione verso quei meccanismi capziosi inseriti nei bandi che portano le aziende private a non ritenere conveniente la partecipazione. Motivo per cui Cattaneo ha dichiarato “non partecipiamo più ai bandi perché riteniamo che siano costruiti in una certa maniera. Se sono costruiti ad hoc, allora per me possono farlo anche senza bando e darlo a chi ritengono più opportuno”. Rimane alta la tensione tra Telecom Italia e Open Fiber.
“Noi abbiamo realizzato molte aree con finanziamento pubblico anche se non abbiamo ancora ricevuto il becco di un quattrino”, ha affermato l’ad, aggiungendo che “gli investimenti li facciamo non perché poi si depaupera la rete, ma perché abbiamo i clienti in adsl e li portiamo in fibra molto prima degli altri.” Ancora sulle gare Infratel Cattaneo ha detto che “non è stato posato un metro. Vogliamo aspettare ancora? Non è partito un cantiere delle gare Infratel. I tempi del pubblico sono completamente diversi dai tempi di un privato”.
Infine, su Metroweb il manager ha spiegato di non averla comprata perché gli è stato chiesto di cedere in cambio del 51% dell’azienda la totalità di Sparkle: “Se avessi fato una cosa del genere mi sarei beccato una causa di responsabilità da tutti i miei azionisti”.