Rapporti tesi tra Mdp e Pisapia. E adesso?
di S.D.C.
Rottura (improvvisa?), vedremo poi fino a che punto, tra Mdp e Giuliano Pisapia. Oggi avrebbe dovuto tenersi un nuovo incontro (dopo quello di una settimana fa) tra l’ex sindaco di Milano e Roberto Speranza. Ma il primo, assai irritato per gli attacchi ricevuti in questi giorni a seguito dell’abbraccio a Maria Elena Boschi, domenica, alla Festa dell’Unità, ha deciso di evitare di sedersi al tavolo. Altro segnale negativo la rinuncia, ieri, di Mdp a partecipare al confronto sul programma presieduto da Gad Lerner: quest’ultimo, a sua volta, accusato di una battuta irriguardosa nei confronti di Massimo D’Alema. Insomma, nel centro-sinistra volano di nuovo gli stracci.
«Basta ambiguità, la nostra gente ha bisogno di messaggi chiari e precisi. Se arrivano quelli, Pisapia può abbracciare chi vuole…», dice Bersani, dalla Sicilia, per rispondere duramente a Pisapia il quale, con l’intervista di domenica a Repubblica, altrettanto ruvida, verso Mdp («Il Pd non è il mio nemico, non rifaccio la Sinistra arcobaleno»), aveva confermato alcuni paletti all’intesa celebrata il primo luglio a Santi Apostoli. Un’intesa affatto facile, fin dall’inizio.
La verità è infatti che le due anime restano profondamente divise su un fatto nodale: il giudizio sul renzismo. Mdp, sebbene con diversità di sfumature al suo interno, per lo più rancorosa verso il segretario Pd (e contraccambiata!); Pisapia aperto al confronto, sinceramente convinto della possibilità di un dialogo nelle forme e nei contenuti. E comunque assai deluso quasi sconcertato dei giudizi subito esplosi sul web per un semplice incontro, peraltro in qualità di ospite, con la Boschi ovvero la rappresentante più vicina (quantomeno fino a poco tempo fa perché adesso le cose non sarebbero più tanto così), al renzismo.
Indubbiamente alcune decisioni di Pisapia, segnatamente quella di non candidarsi, hanno spiazzato le variegate anime di centro-sinistra. E tuttavia in questo modo il progettista di “Insieme” ha voluto tener fede all’impegno più volte enunciato di porsi come federatore, nuovo Prodi o simili rinunciando a competizioni personali. Soltanto che, in questo modo e soprattutto dopo lo strappo odierno, la confusione nel campo progressista sembra tornata davvero tanta. Alcuni interrogativi ora su tutti: la situazione faciliterà oppure no la creazione di un listone pre-urne Pd-Pisapia per arrivare al 40%? Mdp si spaccherà oppure no sull’adesione eventuale a tale listone o comunque sul modo di intendere il rapporto con Renzi? E Renzi, pur di separare gli scissionisti, cederà su qualcosa magari sulla questione del candidato premier? Forse si apre l’ennesimo nuovo capitolo, però decisivo, della sagra del dopo Ulivo.