Il Governo incassa in Senato la fiducia sul DL Ilva. Proroga fino a 18 mesi per l’attuazione del Piano ambientale
Il decreto-legge sulla cessione dell’Ilva è diventato legge. Il voto finale è arrivato in Senato nella giornata di mercoledì 27 luglio 2016. Il Governo Renzi, estensore del DL, aveva posto la questione di fiducia sull’approvazione del provvedimento. Fiducia che Palazzo Madama ha rinnovato con 168 voti a favore e 102 contrari.
Il DL prevede una lunga lista di misure per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo Ilva, modificando alcune disposizioni contenute nei precedenti decreti-legge riguardanti l’attuazione del Piano di tutela ambientale e sanitaria e i diritti e gli obblighi degli acquirenti o affittuari del complesso aziendale. Tra le principali, si pone a carico dell’amministrazione straordinaria del Gruppo ILVA – e non più dell’acquirente o affittuario aggiudicatario della procedura di cessione – l’onere di rimborso dell’importo erogato dallo Stato (300 milioni di euro). E si consente una proroga, non superiore a diciotto mesi, del termine del 30 giugno 2017 per l’attuazione del Piano ambientale, su istanza dell’aggiudicatario.
Nel precedente passaggio parlamentare, la Camera ha introdotto norme che vietano all’advisor finanziario di avere partecipazioni o ricoprire incarichi dirigenziali interni o esterni nel soggetto aggiudicatario. Inoltre è stata autorizzata l’ARPA a procedere ad assunzioni a tempo indeterminato per assicurare le attività di accertamento relative all’attuazione del Piano.
Sul fronte degli oneri finanziari, viene posticipato al 2018 il termine previsto per il rimborso degli importi finanziati da parte dello Stato in favore del Gruppo Ilva. Su questo punto, i tecnici del Servizio del Bilancio del Senato avevano chiesto rassicurazioni al Governo in merito alla “capacità dell’amministrazione straordinaria di fare fronte alla restituzione del finanziamento e sui tempi in cui tale restituzione avrà luogo”. A tal fine si autorizzano i commissari a contrarre finanziamenti statali per un ammontare complessivo fino a 800 milioni di euro (di cui fino a 600 milioni di euro nel 2016 e fino a 200 milioni di euro nel 2017) al fine esclusivo di attuare il Piano di tutela ambientale e sanitaria.
Critiche le opposizioni, con il M5S che non reputa l’Ilva una società competitiva a livello nazionale e internazionale, ed attacca il Governo che sarebbe “aggrappato al passato” e non avrebbe previsto un piano industriale ed un programma di disinquinamento del sito tarantino. Parole di disapprovazione sono arrivate anche da Forza Italia, che giudica incomprensibile l’incremento di organico previsto per l’ARPA in un periodo di spending review, anche perché sarebbero duplicate alcune funzioni già in capo all’ISPRA.
Il decreto-legge diventa quindi legge dopo meno di 60 giorni dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (avvenuta il 9 giugno scorso) e dopo essere stato ritoccato solo a Montecitorio.