Si parte. C’è Il via libera definitivo al Pnrr da parte dell’Ecofin, il Consiglio Ue dei ministri delle finanze dei 27. E questo “deve essere motivo di orgoglio per l’Italia”, ha detto il premier Mario Draghi. “Il Piano è il risultato della stretta collaborazione che c’è stata all’interno del governo e tra i ministeri. È stato approvato a larga maggioranza in Parlamento, e dopo il pieno coinvolgimento degli enti territoriali e delle parti sociali”. Oltre all’Italia hanno ottenuto l’ok dell’Ecofin anche Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna. Il 26 luglio ci sarà un altro Ecofin straordinario per l’approvazione dei piani di Slovenia, Lituania, Cipro, Croazia e forse Irlanda.
Ora questi Stati possono iniziare a ricevere un prefinanziamento fino al 13% dell’importo totale dei singoli piani. L’Italia si aspetta 25 miliardi nelle prossime settimane, fine luglio o massimo inizi agosto, ha detto il ministro dell’economia, Daniele Franco, “tenete presente che i piani approvati oggi comprendono 390 miliardi di fondi, l’Italia con i suoi 191 miliardi è quasi la metà”, ha rimarcato. Sul tavolo dell’Ecofin anche le previsioni di crescita Ue emerse dalle stime estive della Commissione europea, che vedono un netto miglioramento per tutta l’area euro e anche per l’Italia, dove per il 2021 il Pil dovrebbe crescere del 5%. “Il Commissario Gentiloni ha fatto notare che è la variazione più ampia che si riscontra da vari anni, forse da sempre.
Questo è un ribalzo rispetto ai 9 punti persi l’anno scorso – ha detto il ministro Franco -. Facciamo un grande balzo in avanti, ma ce ne restano altri quattro da recuperare”. Ottimo rimbalzo, dunque, ma non bisogna farsi ingannare dai punti percentuali, perché si riuscirà a recuperare il crollo causato dal Covid solo nel terzo trimestre del prossimo anno, ha annunciato Franco. Mentre alcuni Paesi europei ci riusciranno già entro quest’anno, aveva detto Gentiloni nelle settimane scorse.
Per il commissario l’approvazione del piano italiano è solo l’inizio di un percorso che si concluderà nel 2026. “Ogni anno avremo un esame da parte nostra per verificare che i piani siano rispettati e gli obiettivi siano raggiunti”, ha precisato. I bonifici “arrivano da Bruxelles nel momento in cui si raggiungono quegli obiettivi, con quelle cadenze, e penso sia importante che le istituzioni Ue abbiano mostrato di mantenere gli impegni presi”.