Passa alla Camera il DdL che istituisce il Registro pubblico delle opere audiovisive
L’Aula del Senato ha approvato nella seduta di giovedì 6 ottobre (con 145 sì, 6 no e 30 astenuti) il Disegno di Legge di ridefinizione della normativa in materia di cinema e audiovisivo.
Il testo, arrivato al termine della sua prima lettura parlamentare dopo aver iniziato il proprio iter nell’aprile scorso, è composto da 37 articoli, nei quali vengono disciplinati i principali aspetti del settore cinematografico: dal ruolo del Ministero dei Beni Culturali nel favorire le produzioni nostrane a quello delle Regioni nel promuovere lo sviluppo culturale dei territori, dai criteri per attribuire ai film la nazionalità italiana alla dichiarazione di interesse culturale per le sale cinematografiche, dalla digitalizzazione del patrimonio audiovisivo alla previsione di crediti di imposta per le società di produzione e distribuzione cinematografica.
L’obiettivo alla base del DdL può essere identificato con la volontà di garantire che l’intervento pubblico a sostegno del cinema tuteli il pluralismo dell’offerta audiovisiva, favorisca il consolidarsi dell’industria nazionale e riservi particolare attenzione alla valorizzazione del ruolo delle sale e dei festival filmici. Dal lato delle disposizioni introdotte dal testo, tra le più rilevanti vanno segnalate l’introduzione del Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo (con compiti di analisi del settore e di valutazione dei futuri atti normativi in materia), l’istituzione a partire dal 2017 del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo nello stato di previsione del Mibact e l’introduzione del Registro pubblico delle opere cinematografiche e audiovisive presso il Ministero dei Beni Culturali. È stata invece stralciata dal provvedimento l’attribuzione al Governo della delega per la messa a punto del Codice dello spettacolo, che sarà da ora in avanti l’oggetto di un autonomo Disegno di Legge.
L’entrata in vigore del testo approvato dall’Assemblea di Palazzo Madama è al momento fissata per il 1° gennaio 2017. Previsione non facile da rispettare, considerato che il provvedimento dovrà proseguire il suo cammino alla Camera (dove potrebbe essere modificato) nel pieno della sessione di bilancio.