Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Anac, con il nuovo Codice degli appalti il numero dei contratti pubblici stipulati nel mese di luglio 2023 è più che dimezzato rispetto al mese precedente, nel quale vigevano ancora le precedenti norme, con conseguente calo degli importi destinati a lavori, servizi e forniture.
Di questi dati, anche alla luce delle nuove sfide dettate dal Pnrr, si è discusso durante il workshop “Gli affidamenti diretti e le procedure negoziate tra nuovo codice degli appalti e Pnrr, la responsabilità di “firma” e i limiti del “nuovo” abuso d’ufficio”, organizzato da Unaep (Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici) a Santa Margherita di Pula sabato 14 ottobre.
Il convegno, promosso nell’ambito degli Stati Generali dell’associazione rappresentativa degli avvocati pubblici, ha visto la partecipazione di diversi stakeholder istituzionali e attori della giustizia, riuniti con l’obiettivo di approfondire le criticità e le proposte sul codice appalti anche alla luce del “nuovo” abuso d’ufficio la cui riforma è stata proposta dall’attuale governo.
“Attorno al Codice Appalti in questi anni si sono operate diverse modifiche che non erano state accompagnate da un adeguato supporto necessario agli operatori pubblici e privati per potersi districare fra le nuove norme”, ha detto il presidente di Unaep, Antonella Trentini, sottolineando che “oggi, grazie al nuovo Codice si tenta di passare dalla cultura del sospetto a quella della fiducia, favorendo maggiormente l’espandersi della discrezionalità”.
Ad illustrare il nuovo Codice è stato Luigi Carbone, Presidente della IV sez. del Consiglio di Stato e Coordinatore della Commissione speciale per la Riforma del Codice/Appalti, che nella relazione introduttiva ha riassunto alcuni dei punti fondamentali seguiti per redigere il nuovo testo. Fra le parole chiave ci sono certamente “semplificazione e funzionalità” ma anche “risultato”, inteso come “priorità all’affidamento e alla sua esecutività”, sempre nell’ottica della concorrenza che è “consustanziale” a tutto il procedimento. Il nuovo Codice, ha aggiunto Carbone, ha il merito di “spezzare l’automatismo che fa avere la paura della firma perché ha definito con chiarezza il confine fra la violazione delle regole e la responsabilità del funzionario, specificando che quest’ultima interviene solo quando si viola la palese prudenza o l’omissione di cautele che normalmente vengono prese”.
Un concetto ribadito anche da Gianluca Rovelli, Consigliere di Stato e Componente della Commissione speciale per la Riforma del Codice/Appalti. Il nuovo Codice, ha spiegato, “introduce un vero e proprio cambio di passo di tipo culturale”. Quando si parla di “fiducia” e di “buona fede” non ci si rivolge solo “a chi adotta gli atti ma anche a chi li riceve”.
Nel corso del convegno è intervenuto Marco Porcu, avvocato e attualmente assessore all’Ambiente della Regione Sardegna, che ha ringraziato gli avvocati che lavorano nella pubblica amministrazione che esercitano un ruolo “di fondamentale importanza per il supporto all’attività amministrativa che molto spesso si trova a dover adottare atti all’interno di un quadro complesso di norme”.
L’avv. Floriana Isola, Segretario Regionale UNAEP Sardegna, vicario dell’Avvocatura della Regione Sardegna, ha invece sottolineato l’importanza del lavoro in sinergia fra tutti gli attori interessati: “le amministrazioni devono perseguire il bene pubblico e utilizzare le risorse pubbliche in maniera ottimale e per fare questo è necessario promuovere il dialogo e il confronto”.