Nel 2020 sono stati rilasciati in Italia circa 106.500 nuovi permessi di soggiorno a cittadini non comunitari, il numero più basso degli ultimi 10 anni. In calo soprattutto i nuovi permessi concessi per studio (-58,1% rispetto all’anno precedente) e i permessi per asilo (-51%).
I cittadini non comunitari regolarmente presenti calano del 7%, da 3.615.826 a 3.373.876 (dal 1° gennaio 2020 al 1° gennaio 2021), anche in conseguenza del crescente numero di persone che acquisiscono la cittadinanza italiana.
Al 1° gennaio 2020 risiedono in Italia oltre 1 milione 250 mila persone nate con cittadinanza di un paese non comunitario che hanno acquisito quella italiana.
Già tra il 2018 e il 2019 era stata rilevata una netta diminuzione (-26,8%) dei nuovi permessi emessi, ma la limitazione degli spostamenti dovuta alla pandemia da Covid-19 ha comportato una ulteriore sensibile diminuzione; a questo si deve aggiungere che la pandemia ha comportato anche un ritardo nella lavorazione delle pratiche che potrebbe aver contribuito al basso numero di permessi concessi.
Nella seconda metà del 2020, infatti, il Ministero dell’Interno ha registrato un aumento notevole degli sbarchi sulle coste italiane che solo in parte si è tradotto in una crescita dei permessi di soggiorno rilasciati, probabilmente per il ritardo nel disbrigo delle pratiche.
Anche l’esame delle richieste di regolarizzazione avanzate in base all’articolo 103 del D.l. 34/2020 è risultato più lento rispetto a quanto avvenuto per le precedenti regolarizzazioni (pochissimi i casi esaminati entro il dicembre 2020) e verosimilmente saranno i flussi del 2021 a risentire del procedimento di regolarizzazione.
Nel generale calo degli ingressi, alcuni paesi di cittadinanza hanno fatto registrare decrementi particolarmente evidenti: è il caso di Stati Uniti (-51,0%), Cina (-46,8%) e Ucraina (-46,4%). Per Nigeria (-24,9%) e Pakistan (-29,3%) le riduzioni dei flussi sono state invece più contenute.
La diminuzione relativa maggiore ha interessato i permessi per studio, scesi del 58,1% rispetto all’anno precedente. Nel 2020 sono stati rilasciati 8.552 documenti per studio, l’8% del totale dei permessi contro i 20.409 del 2019 (l’11% del totale).
Il decremento era largamente atteso, vista la politica di chiusura attuata da molti paesi per contrastare la pandemia, ad esempio gli Stati Uniti che, tradizionalmente, alimentano un rilevante flusso di studenti verso il nostro Paese. I nuovi permessi per studio concessi agli statunitensi sono stati meno di 200 contro gli oltre 2.000 del 2019, con un calo superiore al 90%.
In controtendenza sono cresciuti i nuovi permessi per studio concessi a cittadini pakistani (+14,6%). Nel 2020 quasi il 28% di tutti i permessi concessi per studio sono stati rilasciati a cittadini cinesi, che detengono il primato dei nuovi rilasci per questa motivazione, nonostante il calo degli ingressi.
*Fonte: dati Istat