L’ultimo rapporto elaborato dall’ISTAT conferma la frenata del PIL e quindi non lascia spazio a soprese. Secondo i dati comunicati nell’ultimo report trimestrale del 3 marzo 2021, il PIL (Prodotto Interno Lordo) dell’Italia nel quarto trimestre del 2020, è diminuito dell’1,9% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% nei confronti del quarto trimestre del 2019. La stima del Pil diffusa il 2 febbraio 2021 aveva registrato una diminuzione del 2% in termini congiunturali e del 6,6% in termini tendenziali.
Rispetto al trimestre precedente, tra i principali aggregati della domanda interna si registra una diminuzione dell’1,6% dei consumi finali nazionali e un incremento degli investimenti fissi lordi pari allo 0,2%. Le importazioni e le esportazioni sono aumentate, rispettivamente, del 5,4% e dell’1,3%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha fornito un contribuito negativo di 1,3 punti percentuali alla variazione del Pil, con apporti negativi per 1,6 punti percentuali dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, nullo degli investimenti fissi lordi e positivo per 0,3 punti della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP). Anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,3 punti percentuali, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato negativo per 1 punto percentuale. Si registrano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti rispettivamente del 2,8%, dello 0,7% e del 2,3%.
L’andamento del PIL degli altri paesi offre un quadro piuttosto diversificato. Infatti nel quarto trimestre il Pil è aumentato in termini congiunturali dell’1% negli Stati Uniti, quest’ultimo inferiore alle attese, e dello 0,1% in Germania, mentre è diminuito dell’1,3% in Francia. In termini tendenziali, si è registrata una riduzione del 2,4% negli Stati Uniti, del 3,9% in Germania e del 5% in Francia. Nel complesso, il Pil dei paesi dell’area euro è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 5% nel confronto con il quarto trimestre del 2019.
Tornando in Italia sul fronte occupazione e redditi da lavoro nel quarto trimestre del 2020 le ore lavorate hanno registrato una diminuzione dell’1,5% rispetto al trimestre precedente. Questo risultato è dovuto a un calo dello 0,3% dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, dell’1,8% dell’industria in senso stretto, del 2,9% delle costruzioni e dell’1,4% dei servizi.
Le unità di lavoro sono diminuite dell’1,7%, con variazioni negative dell’1,4% nell’industria in senso stretto, del 3,6% nelle costruzioni e dell’1,7% nei servizi; per contro in agricoltura, silvicoltura e pesca si è rilevata una crescita dello 0,2%. I redditi da lavoro dipendente pro-capite sono cresciuti rispetto al trimestre precedente dello 0,1%, con aumenti del 3,7% nel settore agricolo, dell’1,5% nell’industria in senso stretto, dell’1,1% nelle costruzioni e un calo dello 0,5% nei servizi.