A cura dell’Avv. Stefano Di Giacomo*
La procedura volta ad ottenere una percentuale di invalidità civile totale del 100% con corresponsione dell’indennità di accompagnamento è molto spessa complicata, si tratta di una strada piena di insidie e di ostacoli.
In realtà, la maggior parte delle volte le difficoltà nascono proprio da una scarsa conoscenza della procedura stessa o delle modalità per prepararsi alla visita medica. In questo articolo vogliamo spiegare tutto l’iter da seguire senza dar nulla per scontato. In un prossimo articolo invece ci soffermeremo sulle strategie da adottare nel caso in cui non venga riconosciuta l’indennità.
Tutto inizia con la richiesta al medico di base della predisposizione di un certificato medico che va compilato online, in cui occorre inserire tutte le patologie di cui si è affetti ed i benefici che si intendono richiedere. Tramite questa domanda è possibile sia richiedere il riconoscimento della percentuale di invalidità che l’indennità di accompagnamento ed anche i benefici di cui alla legge n. 104 del 1992.
In questa fase è importante consegnare al medico di base tutta la documentazione medica di cui si è in possesso così da sottoporli alla sua super visione per poi verificare attentamente il certificato.
Queste indicazioni sono piuttosto importanti perché riportano tutte le patologie e costituiranno le fondamenta sulle quali si svolgerà l’esame della commissione medica dell’Inps; ma in fondo ci si domanda come sia fatto questo certificato medico.
Si tratta di un documento rigorosamente compilato online che va presentato telematicamente all’Inps. È importante che il medico a cui ci si rivolge conosca la sua storia, così che possa presentare all’Inps un quadro preciso e ben dettagliato del suo caso. Il medico deve essere molto scrupoloso in questa fase e deve sapere con precisione cosa richiedere all’Inps e per quale motivo.
Ma vediamo più da vicino com’è fatto. Dopo una prima parte con i dati anagrafici, il certificato presenta tre sezioni. Le sezioni anamnesi e obiettività servono al medico per presentare il quadro clinico del richiedente: qui vengono indicati i sintomi che riscontra e anche la storia clinica personale e familiare del paziente. Dopo si trova la diagnosi.
Qui il medico indica le patologie di cui è affetto il richiedente, con codifica ICD-9 (Classificazione delle malattie, dei traumatismi, degli interventi chirurgici e delle procedure diagnostiche e terapeutiche). Bisogna anche indicare eventuali patologie oncologiche in atto ed eventuali patologie gravi. La parte finale del certificato presenta delle caselle che possono essere sbarrate o spuntate, a seconda di ciò che si vuole richiedere: invalidità civile, cecità civile, sordità, disabilità e handicap. Chiarita la struttura del certificato medico cerchiamo di spiegare a chi spetta l’indennità di accompagnamento.
L’accompagno, cioè l’assegno o indennità di accompagnamento, è una prestazione di assistenza riconosciuta dall’Inps. L’indennità di accompagnamento spetta agli invalidi civili al 100% che necessitano di un accompagnatore per camminare o di assistenza per compiere gli atti quotidiani della vita oppure a chi sta effettuando cure chemioterapiche.
L’indennità può essere concessa anche ai malati oncologici, sia nella fase più avanzata della malattia che durante le chemioterapie, specie quando la patologia non consenta di compiere gli atti quotidiani della vita. L’importo mensile è di circa € 520,00 e non vi è alcun limite di reddito o di età.
Per un maggiore approfondimento consigliamo di leggere l’articolo su come ottenere l’indennità di accompagnamentoin caso di tumore.
Le cose si complicano per quanto riguarda l’autonomia negli atti quotidiani della vita. Si tratta di tutte quelle attività ordinarie, quali vestirsi, lavarsi, fare la spesa, cucinare, avere contezza del valore dei soldi.
Dimostrare che una persona non riesce a svolgere questo tipo di atti senza l’ausilio di un accompagnatore può essere davvero molto complesso. Ci sono degli esami e delle visite specialistiche a cui ci si può sottoporre per fornire alla commissione medica un quadro completo.
Vi è però un errore che in molti casi le persone commettono e che fanno perdere il diritto ad ottenere l’indennità di accompagnamento.
Una spunta in meno può letteralmente costare l’accompagnamento. Tra i campi da compilare del certificato, vi è una sezione con due spunte a disposizione del medico. Le due caselle che possono essere spuntate riportano queste diciture:
· Persona impossibilitata a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore
· Persona che necessita di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
Bisogna sapere però che il medico non è obbligato a spuntare la dicitura, ma può spuntarne una o entrambe se lo ritiene opportuno. La presenza di queste due spunte non dà automaticamente diritto all’indennità di accompagnamento. Si tratta di una indicazione del medico che va sarà poi valutata dalla commissione medica dell’Inps. La mancanza di questa spunta ha portato l’Inps a non concedere l’indennità di accompagnamento a persone che ne avevano diritto, sulla base di una certificazione medica non idonea o incompleta.
A difesa dei cittadini, si è pronunciata la Corte di Cassazione. Infatti, con la Sentenza n. 14412/2019, la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato che la mancata spuntatura delle due ipotesi non rende improcedibile la domanda amministrativa finalizzata a ottenere l’indennità di accompagnamento.
L’errore, infatti, non riguarda la domanda di invalidità presentata dal richiedente, ma solo il certificato medico, che deve essere poi valutato dalla commissione medica. Nonostante questa sentenza a tutela dei richiedenti, è sempre meglio controllare bene che il certificato medico introduttivo inoltrato dal medico non presenti errori e sia compilato in ogni sua parte. Ricordiamo che questo certificato dovrà essere consegnato alla commissione medica prima della visita. È importante quindi fare il possibile per offrire un quadro clinico chiaro e presentarsi bene alla commissione.
Ma per ottenere l’indennità di accompagnamento o comunque una invalidità civile totale del 100% è necessaria la presenza di alcune patologie. La Commissione Medica, nel riconoscere o negare l’indennità di accompagnamento, spesso si rimette alle tabelle ministeriali che attribuiscono con una precisione quasi chirurgica per ogni singola patologia una percentuale di invalidità (fissa o variabile a seconda dei casi).
Tuttavia, si fa presente che non sono indicate tutte le malattie e che, in ogni caso, ai fini del riconoscimento dell’indennità è necessario effettuare una verifica attenta e completa delle condizioni di salute del paziente. Spesso, infatti, la valutazione del requisito sanitario non prende in considerazione la storia del paziente e la sua impossibilità a svolgere gli atti della vita quotidiana, obbligandolo ad impugnare il verbale negativo entro 6 mesi.
In questo video vengono spiegati quali sono le malattie maggiormente invalidanti indennità di accompagnamento | Le malattie – YouTube. In breve, le patologie più comuni che possono dare diritto all’indennità di accompagnamento possono riguardare disturbi bipolari e schizofrenici, sclerosi multipla in stadio avanzato, malattie congenite, sindrome di Alzheimer e di Parkinson, incontinenza fecale e/o urinaria, artrosi grave e problemi cardiocircolatori o respiratori.
E’ importante evidenziare però che queste sono le patologie più frequenti in quanto per avere diritto all’indennità di accompagnamento occorre, come sopra indicato, che la persona non sia in grado di svolgere gli atti quotidiani della vita o sia impossibilitato a deambulare.
Ogni paziente, infatti, è un caso a sé e le sue necessità vanno valutate globalmente dalla Commissione Medica dell’INPS. Per questo motivo la procedura che porta all’accompagnamento è spesso lunga e ricca di insidie.
*Avvocato Civilista
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