Sarebbe la prima legge italiana. Ma procede a singhiozzo l’iter del provvedimento più atteso dalle organizzazioni di settore
La genesi del provvedimento relativo alla promozione del commercio equo e solidale risale a ben 15 anni fa, quando il Parlamento approvò all’unanimità due mozioni, a firma Giuseppe Fioroni per la Camera e Nuccio Iovene per il Senato, che impegnavano il Governo a favorire la diffusione delle attività dei piccoli produttori del Sud del mondo, spesso marginalizzati dai flussi di scambio convenzionali.
Negli anni successivi, diverse Regioni, tra cui Toscana, Piemonte e Lombardia, sono intervenute per disciplinare il settore con una normativa dedicata. A livello nazionale, si è dovuto aspettare la XVII legislatura e il testo presentato da Ermete Realacci per affrontare l’argomento in modo organico. Il provvedimento ha iniziato il suo iter parlamentare dalla Camera dei Deputati il 15 marzo 2013, dove – in seguito all’unificazione con i disegni di legge Rubinato ed altri (C. 241), Baretta (C. 811) e Da Villa ed altri (C. 2726) – è stato approvato tre anni dopo con 282 voti favorevoli e 4 contrari.
Una volta passato al Senato, il provvedimento ha subito una lunga battuta d’arresto, ma proprio quando sembrava finito su un binario morto – non era stato più inserito all’ordine del giorno dei lavori dal novembre 2016 – la discussione è ripresa. Nel corso della seduta di ieri 9 maggio 2017 il Presidente della 10ª Commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, ha fissato il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti alle ore 12 di martedì 16 maggio. Va ricordato che in questo ramo del Parlamento il provvedimento è stato connesso all’Atto Senato 1498 a firma di Gianni Girotto e fatto proprio dal gruppo parlamentare M5S.
La legge, fortemente voluta dall’intero movimento italiano del commercio equo e solidale, rappresentato da Equo Garantito, Fairtrade Italia e Associazione Botteghe del Mondo, si compone di 17 articoli e riconosce a tale attività un afunzione rilevante nella crescita economica e sociale nelle aree economicamente marginali del pianeta, proponendosi di stimolare un più ampio e trasparente accesso al mercato nazionale delle merci prodotte,trasformate e distribuite attraverso le filiere del commercio equo e solidale, e di favorire la concorrenza leale e l’adeguata protezione dei consumatori.
A tale fine il provvedimento prevede di istituire procedure di riconoscimento delle organizzazioni, dei loro enti rappresentativi e degli enti di promozione delle filiere e dei prodotti del commercio equo e solidale e di diffondere strumenti di incentivazione e di promozione delle buone prassi in materia.