Il documento finale si concentrerà sui punti condivisi: Procura anti reati finanziari, più collaborazione tra Bankitalia e Consob, limiti alle “porte girevoli”. Giudizi di merito affidati ai singoli partiti
Sono arrivate intorno alle 13 di ieri le osservazioni dei Gruppi parlamentari sui lavori condotti dalla Commissione d’inchiesta sulle banche, in vista della stesura del documento conclusivo da parte del presidente Pier Ferdinando Casini. Alla scadenza del termine hanno presentato propri testi 7 formazioni (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Federazione della Libertà e Gruppo Grandi Autonomie e Libertà), cui si sono sommate le proposte avanzate dai deputati Gianni Dal Moro (Pd) e Daniele Capezzone (Misto).
I commissari di Liberi e Uguali hanno invece scelto di non presentare documenti, in dissenso con la decisione (presa durante un Ufficio di Presidenza della Commissione convocato la settimana scorsa) di concentrare la relazione finale sulle proposte di modifica del sistema creditizio, evitando valutazioni di merito su quanto emerso dalle audizioni sui dissesti di Monte dei Paschi, Popolari venete e Banca Etruria. Giudizi, che verrebbero invece affidati ad allegati redatti dai singoli partiti.
A meno di soprese dell’ultima ora, infatti, nel tirare le somme sulle attività della Commissione banche Casini si soffermerà sui punti sui quali si è registrata una maggiore convergenza tra i Gruppi: aumento della collaborazione tra Bankitalia e Consob in ambito di vigilanza, istituzione di una Procura specializzata in reati finanziari e introduzione di limiti al meccanismo delle “porte girevoli” (costituito dal passaggio di dirigenti dagli enti controllori ai soggetti controllati).
Al tempo stesso, non è escluso che trovino spazio nella relazione conclusiva anche la necessità di distinguere le banche commerciali dalle banche di investimento e la proposta di istituire una Commissione di vigilanza sul settore del credito, sul modello dell’organo di controllo della Rai. Inoltre, più forze politiche si dicono favorevoli a un proseguimento dell’inchiesta parlamentare nella prossima Legislatura, in modo da poter riprendere la discussione una volta superate le tensioni elettorali di questi mesi.
Venerdì 26 gennaio tornerà a riunirsi l’Ufficio di Presidenza, e sarà in quella sede che Pier Ferdinando Casini esporrà la sua proposta di documento finale. Se il testo riceverà un sostegno ampio (Pd, Fi e FdI sarebbero su posizioni simili, mentre M5S e Lega non sembrano pronti alle barricate) verrà convocata una riunione dei membri della Commissione d’inchiesta per procedere alla votazione definitiva. Nelle intenzioni del presidente e dei vertici dei Gruppi il plenum non dovrebbe tenersi oltre la fine di gennaio, in modo da contenere ulteriori polemiche politiche sul tema. Proposito ormai vano, dal momento che l’intensa (e in più di un’occasione rilevante) attività d’indagine condotta nelle ultime settimane del 2017 è stata offuscata dalle strategie dei partiti per guadagnare o non perdere consensi sui crack bancari.