Ok tra le polemiche al Regolamento. Il Presidente deciderà su programma dei lavori e domande ai testimoni. Prossimo passo: “casi” e soggetti da convocare
A distanza di circa due settimane dal completamento dei 40 membri previsti, con la successiva elezione di Pierferdinando Casini a presidente, compie un nuovo passo in avanti il percorso della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche. Nell’arco della mattinata di ieri è stato infatti approvato il Regolamento della Commissione, che a eccezione di alcuni emendamenti accolti ricalca il testo base presentato nella giornata di martedì.
L’impressione che si ricava dalla lettura del Regolamento è quella di un’alta concentrazione di poteri in capo al Presidente, che al di là delle consuete funzioni di rappresentanza e gestione dei lavori disporrà di alcune facoltà di non poco conto. In particolar modo, sarà Casini a decidere il programma e il calendario dei lavori qualora non ci sia unanimità in sede di Ufficio di Presidenza, e toccherà sempre all’ex presidente della Camera valutare l’ammissibilità delle domande da rivolgere ai testimoni o ai soggetti da ascoltare in audizione e, nel caso, a disporre la segretezza delle sedute. Data la delicatezza della questione dissesti bancari e l’impatto che inevitabilmente avrà sulla vicina campagna elettorale, non sorprende che queste disposizioni abbiano suscitato le critiche di alcuni Gruppi, con in testa il Movimento 5 Stelle. A onor di cronaca, va evidenziato che Casini ha informalmente garantito che prima di prendere decisioni rilevanti per i lavori della Commissione d’inchiesta convocherà l’Ufficio di Presidenza allargato ai rappresentanti dei partiti esclusi, tra cui figurano proprio i pentastellati.
Tra le altre norme del Regolamento meritano di essere menzionate la possibilità per un quarto dei membri di chiedere la convocazione della Commissione, la necessità della presenza di un terzo dei componenti per far sì che le deliberazioni adottate siano valide e l’applicazione delle sanzioni del Codice Penale ai testi che si rivelino reticenti o dicano il falso durante le loro deposizioni. Non va infatti dimenticato che, come ogni organo di questo tipo, anche l’indagine parlamentare sugli effetti della crisi sul sistema bancario italiano si avvarrà dei poteri dell’Autorità giudiziaria, cui potrà trasmettere atti di potenziale interesse.
A questo punto, la prossima tappa sarà quella della scelta dei casi da approfondire (solo per fare alcuni esempi, in ballo ci sono le vicende di Banca Etruria, Monte dei Paschi di Siena e Antonveneta) e dei soggetti da convocare (in linea teorica, sono possibili le audizioni di Federico Ghizzoni sulla querelle Boschi-De Bortoli, o del governatore di Bankitalia Ignazio Visco su eventuali mancanze da parte dell’Istituto di via Nazionale), per quanto sullo sfondo rimanga sempre il vizio d’origine del poco tempo a disposizione della Commissione, prima che la fine della Legislatura sancisca fine dei suoi lavori.