La crisi di Governo blocca l’iter di numerosi provvedimenti già rallentati dalla campagna referendaria
Alla luce dell’imminente apertura della crisi di Governo (il premier Matteo Renzi formalizzerà le sue dimissioni nella serata di oggi 7 dicembre) e in attesa degli sviluppi che determineranno il futuro o l’interruzione dell’attuale Legislatura, appare opportuno ricostruire il quadro dei principali provvedimenti in attesa di essere approvati in via definitiva in Parlamento. In caso di scioglimento delle Camere, infatti, l’iter di questi Disegni di Legge si interromperà e dovrebbe, in caso, ripartire da zero nelle nuove Assemblee elette.
In cima all’elenco dei testi “in sospeso” spiccano, dato il persistere della loro lunga permanenza in Parlamento, il DdL Concorrenza, la riforma del processo penale e il provvedimento in materia di consumo del suolo. Per quanto riguarda il primo Disegno di Legge, si tratta di un atto (collegato alla Legge di Bilancio 2015) che avrebbe dovuto in origine liberalizzare vari settori dell’economia italiana, finendo invece per rimanere vittima delle resistenze degli operatori di mercato interessati. Dopo essere stato approvato dalla Camera nell’ottobre 2015, l’articolato è attualmente in attesa di essere discusso dall’Aula del Senato, in seguito alle modifiche ricevute dalla Commissione Industria di Palazzo Madama. Anche nel caso delle modifiche al Codice Penale (riguardanti ambiti rilevanti come prescrizione, intercettazioni telefoniche e durata dei processi) l’iter del provvedimento è fermo all’Assemblea di Palazzo Madama, dopo aver conosciuto una partenza piuttosto lenta a Montecitorio, dal momento che il via libera ottenuto nel settembre 2015 alla Camera arrivò a distanza di quasi un anno dalla sua presentazione da parte del Governo. Nel caso delle misure dirette a contenere il consumo di suolo, la situazione è ancora più intricata dal momento che l’esame è fermo nelle Commissioni Ambiente e Agricoltura di Palazzo Madama, dopo aver ottenuto l’ok di Montecitorio nello scorso mese di maggio.
Oltre questo primo elenco di testi, meritano senza dubbio di essere ricordati i provvedimenti in campo di cittadinanza, con il Disegno di Legge per l’introduzione di uno ius soli “temperato” nell’ordinamento italiano all’attenzione della Commissione Affari Costituzionali dall’ottobre del 2015, lavoro autonomo, dal momento che il DdL collegato alla manovra 2016 dopo l’approvazione a Palazzo Madama di circa un mese fa deve ancora intraprendere il proprio iter alla Camera, e cyberbullismo, il quanto il testo di riferimento è atteso da una terza lettura parlamentare in Senato.
Al di là degli articolati al momento in stand by in Parlamento, non va trascurato il capitolo dei Decreti attuativi che il Governo, a prescindere da chi lo guidi, dovrà adottare nelle prossime settimane per consentire l’applicazione di norme che hanno già ricevuto il via libera del Parlamento. In questo senso, un’incognita di non poco conto riguarda la sorte della riforma della Pubblica Amministrazione. In conseguenza delle recente sentenza della Corte Costituzionale che ha colpito (a causa della mancanza di intese con le Regioni) i Decreti Legislativi in materia di riorganizzazione della dirigenza pubblica, società partecipate e servizi pubblici locali, il futuro Esecutivo dovrà scegliere la strada da intraprendere in vista della prevedibile ondata di ricorsi che interesseranno le misure citate, e si troverà soprattutto a decidere se esercitare (entro febbraio 2017) la delega concessa dalle Camere per l’emanazione del Testo unico sul pubblico impiego, in assenza del quale non sarà possibile il rinnovo del contratto dei dipendenti statali sottoscritto il 30 novembre. In questa categoria di atti, meritano di essere ricordate le disposizioni che il Governo dovrà adottare per permettere la trasformazione di Equitalia, l’erogazione delle risorse (11 miliardi di euro fino al 2024) stanziate dalla Legge di Bilancio 2017 per il Piano Industria 4.0 e il proseguimento del Piano Casa Italia legato ai terremoti del Centro Italia.
Come si può dedurre da questo breve elenco, non pochi sono i provvedimenti che, uniti alla necessità di uniformare le leggi elettorali di Camera e Senato, giustificherebbero il proseguimento della Legislatura in corso. L’auspicio è che, da qui ai prossimi giorni, tra le forze politiche prevalgano responsabilità e attenzione per quelle che sono le reali esigenze dei cittadini.