Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo spesso ascoltato nei vari tg nazionali ristoratori e proprietari di bar messi in ginocchio dalla pandemia. Ma a soffrire in silenzio è stato anche tutto il settore del trasporto persone. Il comparto, con 29 mila imprese e con 79 mila addetti, è quello che nel 2020, secondo i risultati contenuti nel report Covid-19 di Confartigianato, ha segnato una caduta dei ricavi tra le più pesanti, con una flessione del 73,8%: in termini assoluti il trasporto persone ha perso oltre 4 miliardi di euro di ricavi.
I dati della ricerca hanno evidenziato che, nell’anno del Covid-19, le località italiane hanno perso 78 milioni di arrivi di turisti e 233 milioni di presenze, mentre le prenotazioni aeree sono crollate del 87% e le previsioni sui primi due mesi del 2021 registrano un sostanziale azzeramento (-98%). Nell’anno dello scoppio della pandemia le presenze turistiche si sono più che dimezzate (-53,3%), combinazione di una flessione delle presenze straniere di intensità doppia (-70,1%) rispetto a quelle degli italiani (-36,1%).
A soffrire è anche il traffico ferroviario regionale, provinciale e nazionale: nei primi tre trimestri del 2020 scendono del 50,6% i passeggeri che prendono il treno, con una riduzione stimata su base annua di 447 milioni di passeggeri.
L’analisi di Confartigianato ha evidenziato, nei primi mesi del 2020, una caduta delle presenze turistiche del 73,2%. Come stimato anche da Codacons, nel periodo di Pasqua, Roma e Milano sono state le città più colpite dalle chiusure. Pochi giorni prima dell’inizio della settimana Santa, il presidente di Codacons Carlo Rienzi ha affermato che “Le stime prevedono 950mila presenze in meno nella capitale nel periodo pasquale, e una perdita di fatturato tra i 180 e i 200 milioni di euro”.
Continuando a leggere i dati di Confartigianato è emerso che nel 2020 si sono persi 18 milioni di pernottamenti per viaggi di lavoro con una riduzione di oltre due terzi (-67,5%), a seguito del sostanziale azzeramento nel secondo trimestre dell’anno di congressi, convegni, seminari (-86,6% nel 2020) riunione d’affari, fiere ed esposizioni (-77,5%), attività culturali, artistiche, religiose (-63,1%), docenze e corsi di aggiornamento professionale in presenza, a cui si è sovrapposto il forte ridimensionamento di viaggi di rappresentanza e vendita (-67,9%) e delle missioni di lavoro (-61,0%).
Inoltre, con i vari provvedimenti che il governo ha preso nel corso dell’ultimo anno e mezzo per contrastare la pandemia, sono crollati gli spostamenti relativi agli hub di trasporto (da e verso stazioni ferroviarie, della metropolitana e degli autobus), che nell’ultimo anno, sulla base dei dati di mobilità forniti da Google e Confartigianato, segnano tra marzo e dicembre 2020 un calo medio del 39%, che si consolida nel 2021, segnando una flessione del 43% nei primi tre mesi dell’anno.
Nella capitale, l’azienda capitolina per il trasporto pubblico locale (Atac), sta perdendo oltre 2,5 milioni al giorno, tra mancati incassi sulla vendita dei biglietti e spese come carburanti e costi di mantenimento. Stefano Guadalupi, direttore pianificazione e contratti di servizio di Atac, nel corso dell’ultima riunione della commissione capitolina Mobilità ha dichiarato che a maggio è stata calcolata una riduzione dei ricavi di 50 milioni di euro.
“Abbiamo poi elaborato gli scenari base per il corrente esercizio e, tenendo conto che nel 2018-19 il valore storico dei ricavi si era attestato a 270 milioni, stimiamo di chiudere l’anno a 120 milioni di ricavi. Quindi la differenza dagli attuali 50 milioni salirà fino ad oltre 150 milioni. Questo buco di 150 milioni – ha aggiunto – attraverso il contratto attuale di ‘net cost’ con il Comune rappresenta un rischio che va fuori dal perimetro dell’amministrazione e del bilancio comunale. Per coprirlo riteniamo verosimile che a Roma possa arrivare una quota intorno ai 26 milioni di euro sui 500 milioni del decreto governativo. Non basta ovviamente”.