Gentiloni media, Renzi pensa già agli slogan elettorali. E il pubblico non si scalda. Pubblicato il Manifesto Italia 2020
di Simona Corcos
Il Partito Democratico, come ha più volte ribadito il suo Segretario Matteo Renzi durante la tre giorni di conferenza programmatica di Pietrarsa, ha portato l’Italia fuori dalla crisi, e ad oggi può affrontare la campagna elettorale rivendicando con orgoglio i successi ottenuti.
Ma Italia 2020, la conferenza programmatica nazionale del Pd, organizzata con l’obiettivo di costruire “insieme” le basi per il programma elettorale, parte e rimane fredda, alla fine di una settimana che ha visto diversi ministri Pd prendere le distanze dal Premier Gentiloni sulla vicenda Visco e il Presidente del Senato Pietro Grasso abbandonare il gruppo parlamentare.
I contenuti e gli slogan per costruire il programma elettorale ci sono, ma manca il coinvolgimento del Partito. Obiettivo al centro dei lavori della tre giorni era proprio quello di un confronto e ascolto con la base, con i territori e gli elettori, per elaborare una proposta politica per il Paese. Nella sostanza però l’armonia e l’entusiasmo che hanno caratterizzato gli ultimi appuntamenti targati Pd sono mancati, è stato lasciato molto spazio alle sessioni plenarie – con interventi poco armonici e in gran parte strutturati per ribadire le basi su cui si fonda l’identità del Pd – e poco a gruppi di lavoro, che hanno dato idea di essere sclerotici, senza capacità di fare sintesi, come ci si aspetterebbe invece da una conferenza programmatica.
Paolo Gentiloni , togliendosi per una volta “la giacchetta da Presidente del Consiglio”, richiede ancora una volta unità, credibilità, responsabilità: “l’Italia ha bisogno di essere rassicurata”. Proprio per questo il Premier auspica anche per il futuro una campagna elettorale libera dai toni del populismo. Gentiloni inoltre ribadisce che la legislatura deve avere una fine ordinata e questo è “un dovere verso le famiglie e le imprese”. Nessuna lite quindi nella maggioranza, ma soprattutto nel Pd e nel centrosinistra.
Matteo Renzi, pur essendo consapevole che per affrontare la campagna elettorale 2018 sarà necessaria una coalizione ampia, inclusiva e plurale, pensa già agli slogan: meno tasse sul lavoro, sostegno alle famiglie, mille euro all’anno ai genitori di figli minorenni, nessuna chiusura al salario minimo, rilancio della cultura. E respinge nettamente l’ipotesi che possa non essere lui a guidare la coalizione. “No a veti dei confronti di Mdp, ma neanche veti nei confronti del centro” dichiara durante il suo intervento conclusivo. “Nessun passo indietro, nessun scusa: non su Bankitalia, ne sulla fiducia sulla legge elettorale “ci dispiace per la decisione di Grasso ma la fiducia non è un atto di violenza”. L’imperativo è “avanti tutta” su lavoro, formazione e competenze, misure contro la disuguaglianza, sostenibilità, rilancio del Mezzogiorno.
Nel Manifesto Italia 2020 si legge che un nuovo “Patto di cittadinanza” per il Pd – rievocando quello della nascita del partito dieci anni fa – è possibile, e il programma elettorale verrà costruito su questi impegni:
- Il lavoro e l’impresa come dimensioni irrinunciabili della cittadinanza;
- Conoscenza e cultura come prime leve di opportunità;
- La cura delle persone e delle comunità per l’equità e l’uguaglianza;
- La sostenibilità ecologica dello sviluppo e della società;
- Le pari opportunità e l’avanzamento dei diritti civili e di cittadinanza;
- La lotta senza quartiere a tutte le illegalità;
- L’efficienza dello Stato e il rinnovamento della politica;
- Una nuova Europa casa di pace e cooperazione fra i popoli.
Dopo le elezioni siciliane del 5 novembre si capirà quanto il segretario riuscirà a restare saldo alla guida del partito.
Sullo sfondo, la richiesta, a più voci, della necessità di approvare, prima della fine della legislatura, i provvedimenti sullo Ius Soli, il Consumo del Suolo e i vitalizi parlamentari.
Scarica il Manifesto Italia 2020. Costruiamola insieme