Caro Ministro ti scrivo…….avrebbe intonato Lucio Dalla se fosse stato Presidente del Consiglio dei Ministri.
Ma, anche se il Presidente del Consiglio è Giuseppe Conte, la musica non cambia. E così dopo aver incontrato il Presidente della Repubblica ed aver rimesso il proprio mandato, il Capo dell’esecutivo ha preso carta e penna (si fa per dire) ed ha scritto ai membri del Governo ancora in carica una missiva, datata 26 gennaio 2021 e partita da Palazzo Chigi.
Si tratta della “Direttiva per il disbrigo degli affari correnti”, atto dovuto (e necessario) per assicurare la “continuità dell’azione amministrativa” e con il quale vengono regolamentatele attività che i vari Ministri, Vice e Sottosegretari “potranno” svolgere in questa fase di transizione.
Poco più di due pagine dove si richiede anzitutto di provvedere a “condurre in porto” i provvedimenti che richiedono una conversione o l’emanazione di decreti applicati, in particolare quelli necessari per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID – 19.
E già su questo fronte c’è un bel po’ di lavoro da fare visto che mancano all’appello 358 decreti applicativi essenziali per rendere operative le disposizioni e, soprattutto, i “ristori” per le varie categorie produttive che soffrono per le conseguenze economiche derivanti dalla pandemia.
E tutto il resto? Beh, il Consiglio dei Ministri continuerà ad essere convocato come al solito, ma non saranno esaminati nuovi disegni di legge o adottati altri regolamenti governativi o ministeriali, a meno che il procedimento di adozione non sia in stato molto avanzato.
Si potranno fare le nomine invece, ma solo quelle necessarie o non procrastinabili.
Le missioni all’estero dovranno essere oggetto di preventiva autorizzazione da parte della Presidenza del Consiglio.
Sarà garantita inoltre la presenza del Governo in Parlamento per l’esame dei decreti soggetti a pareri delle Commissioni parlamentari e per eventuali conversioni dei decreti – legge.
Insomma, tutto più o meno come prima, anche se un qualche ritardo nelle varie attività ci sarà sicuramente.
A preoccupare è ovviamente il tema dei temi, l’adozione del Recoveryplan, che dovrà essere consegnato entro il 30 aprile
La scadenza del 30 aprile però, indicata nel regolamento ora all’esame del Parlamento e del Consiglio, pare sarà interpretata in modo non tassativo, ma come una regola generale che dunque consente le eccezioni. Tanto è vero che nell’ultima versione del regolamento, poco prima di Natale, è stata inserita l’espressione“asrule”, di regola. Cioè, non necessariamente.
E le eccezioni, al momento, sono l’Olanda, dove il 17 marzo si terranno le elezioni politiche e l’Italia che è alle prese con l’ennesima crisi di Governo.