Istruzione, lavoro e ambiente al centro del programma. “Fondamentale la discontinuità con le politiche degli ultimi anni”. Basterà a trasformare una lista in partito?
“Restituire speranza nella democrazia a milioni di cittadine e cittadini che oggi non si sentono più rappresentati da nessuno” e “contrastare la crescita delle diseguaglianze, riaffermando l’attualità del modello sociale ed economico disegnato dalla Costituzione”. Questi sono gli obiettivi alla base del programma di Liberi e Uguali, che si definisce come “una lista che è il primo passo verso la costruzione di un nuovo soggetto comune delle forze progressiste, civiche e di sinistra del Paese”.
Tra i temi affrontati dal documento (diviso in sezioni, a loro volta articolate in approfondimenti) un’importanza particolare la rivestono istruzione, lavoro e ambiente, presentati come i tre pilastri dell’offerta politica di LeU. Nella visione della formazione guidata da Pietro Grasso, gli anni della crisi hanno innescato processi da invertire quanto prima, come la precarizzazione della vita dei lavoratori e l’indebolimento di scuola e università pubbliche quali luoghi di formazione dei futuri cittadini. Inoltre, la tutela dell’ambiente dovrà assumere il ruolo di “cardine di una nuova politica economica, industriale e dell’innovazione”, finalizzata a una “conversione ecologica” dell’intero modello produttivo.
Al tempo stesso, il programma di Liberi e Uguali recupera argomenti e accenti propri della tradizione progressista. Da qui i richiami a una “sanità pubblica moderna ed efficiente” e a un “sistema delle pensioni rispettoso dei diritti e delle differenze”, così come le prese di posizione in favore di una fiscalità equa e progressiva, del rafforzamento della lotta all’evasione fiscale e della valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Completano il quadro il proposito di affermare a tutti i livelli “la libertà, la pari dignità e le pari opportunità, individuali e sociali, delle donne” e, sul piano della politica estera, il richiamo a un europeismo in contrasto con l’attuale “dimensione intergovernativa dell’Ue che detta i doveri e non garantisce i diritti con politiche di dura austerità”.
Scorrendo le pagine del testo si percepisce chiaramente la presa di distanza dalle scelte fondamentali dei governi guidati dal Partito democratico, dalle cui fila proviene uno dei soggetti fondatori di LeU (Articolo 1 – Mdp). Non a caso, il cambiamento e la discontinuità rispetto alle politiche degli ultimi anni vengono definiti “elementi fondamentali di questa visione, che ambisce a radicarsi in maniera stabile nella società italiana”. Sarà da vedere, tuttavia, quanto la contrapposizione di lunga data con il renzismo pagherà nelle urne, e soprattutto se a partire dal 5 marzo basterà da sola a trasformare Liberi e Uguali da cartello elettorale in partito, ancor più dopo le tensioni che hanno accompagnato la definizione delle liste dei candidati.