Sulle conseguenze delle proprie immagini di nudo sul web senza consenso, ormai purtroppo, le cronache sono piene, specie quando le vittime sono ragazzini appena adolescenti.
Secondo i dati diffusi solo sei mesi fa nel corso di un’indagine realizzata da TF Group per conto dell’Associazione PermessoNegato (importante realtà che si occupa del supporto alle vittime di pornografia non consensuale online) circa due milioni di italiani sono stati vittime di revenge porn, ovvero l’odiosa pratica che consiste nell’invio o nella pubblicazione e diffusione, da parte di chi li ha realizzati e senza il consenso della persona cui si riferiscono, di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito destinati a rimanere privati.
Ma quali sono oggi gli strumenti di tutela? Nel caso una persona abbia fondato timore che propei immagini a contenuto sessualmente esplicito possano essere diffuse senza il suo consenso può presentare una segnalazione al Garante privacy, attraverso un apposito form reso disponibile nel sito istituzionale dell’Autorità, in cui dovranno essere indicate le piattaforme di condivisione di contenuti (social network, messaggistica, ecc.) attraverso le quali si teme la diffusione, nonché le ragioni che fondano il timore che la condotta pregiudizievole possa essere posta in essere. Accanto a tale rimedio, rimane sempre aperta la possibilità di rivolgersi alla Polizia Postale, alla quale è possibile chiedere aiuto per denunciare situazioni in cui siano ravvisabili gli estremi di una condotta penalmente rilevante (come nel caso in cui si subiscano minacce o richieste estorsive).
Ma anche la tecnologia offre soluzioni contro le insidie di tale ignobile pratica. Ultimo rimedio, in ordine di tempo, quanto realizzato da Meta che, insieme al National Center for Missing and Exploited Children, ha realizzato Take It Down, una piattaforma che permette di rimuovere online foto e video di nudo, parzialmente nudo o sessualmente esplicitirealizzati prima dei 18 anni.
Take It Down è un servizio gratuito che aiuta la ragazzina o il ragazzino a rimuovere o interrompere la condivisione online di immagini o video di nudo, e che ritraggono la persona minorenne.
Ad esempio, se un’adolescente ha inviato una foto sessualmente esplicita a qualcuno, ma ora l’altra persona la sta minacciando oppure ha già pubblicato da qualche parte la foto o il video, anche se non si è sicuri che l’immagine sia stata condivisa ma si desidera aiuto per provare a rimuoverla dai luoghi in cui potrebbe apparire online allora si può usare Take It Down. La parola chiave, a questo punto, diventa hash.
È proprio attraverso l’hash che Take It Down localizza l’immagine da qualche parte del web. L’utente, infatti, può caricare, attraverso il sito, l’immagine oggetto di potenziale diffusione. Una volta effettuato l’upload, Take It Down assegna una vera e propria “impronta digitale” univoca a quella foto, chiamata appunto “hash” (nient’altro che un codice numerico). A questo punto, le piattaforme online potranno utilizzare proprio quel valore hash per rilevare l’immagine (ma anche il video) sui propri server e, una volta individuata, rimuovere il contenuto.
Tale strumento, pensato per difendere i minorenni, fa il paio con StopNCII, l’analoga piattaforma dedicata ai maggiorenni, ideata da Revenge Porn Helpline. Tale organizzazione aiuta le persone a non diventare vittime di abusi connessi alla diffusione non consensuale di immagini intime e, grazie a questa tecnolgoia, è stato possibile ad oggirimuovere oltre il 90% delle foto segnalate, con più di 200.000 immagini intime non consensuali cancellate da Internet.