Si chiude il vertice di Bonn. E l’Italia si candida per ospitare la COP26 nel 2020
Si chiude oggi la ventitreesima Conferenza sul clima di Bonn. L’obiettivo, disatteso salvo sorprese dell’ultimo minuto, era rendere più stringenti gli impegni assunti dai Paesi nel 2015 per contenere entro i due gradi l’innalzamento della temperatura.
Il punto più alto è stato raggiunto giovedì 16 novembre con la firma della dichiarazione congiunta “Powering Past Coal Alliance” a cui hanno aderito 25 tra Stati e Regioni, compresa l’Italia, con lo scopo di accelerare il phase out dal carbone, la risorsa fossile più inquinante al mondo.
Per dare qualche dato gli impianti a carbone producono il 40% dell’energia mondiale e l’inquinamento che ne deriva è la prima causa del climate change.
Una recente ricerca ha dimostrato che i danni sulla salute sono enormi: 800.000 persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento generato dalla combustione del carbone.
Sono questi, insieme alla volontà di rispettare gli accordi di Parigi, i motivi che hanno spinto Alberta, Angola, Austria, Belgio, Columbia Britannica, Canada, Costa Rica, Danimarca, Finlandia, Fiji, Francia, Italia, Lussemburgo, Isole Marshall, Messico, Olanda, Nuova Zelanda, Isole Niue, Ontario, Portogallo, Quebec, Svizzera, Inghilterra, Vancouver, Washington a formare un’alleanze e a firmare la dichiarazione in cui:
“I Governi si impegnano ad eliminare l’energia a carbone esistente nelle loro giurisdizioni e ad esercitare una moratoria su ogni nuovo impianto a carbone a cui non sia applicata la tecnologia carbon capture and storage (CCS). Le imprese e i partner non governativi si impegnano ad alimentare le loro attività non utilizzando il carbone. Tutti i partner si impegnano a supportare l’energia pulita attraverso le loro politiche (sia pubbliche che private) e investimenti, e a limitare i finanziamenti agli impianti a carbone senza la cattura e lo stoccaggio del carbone (CCS)”.
“L’Italia”, ha detto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti durante la presentazione della SEN a Bonn “non solo è già in linea con gli obiettivi del 2020, ma conta di superarli offrendo alle nostre aziende la possibilità di crescita”. La definizione della Strategia Energetica Nazionale è stata fatta in accordo con il mondo industriale ha precisato il ministro, “a conferma che oggi l’ambiente non è più un vincolo ma una grande prospettiva economica per il mondo industriale”. Ricordiamo che tra gli obiettivi italiani c’è la soglia del 55% di produzione elettrica da energie rinnovabili entro il 2030 e l’uscita dal carbone entro il 2025. In conclusione Galletti ha annunciato che si sta lavorando al “coordinamento interministeriale con l’obiettivo di presentare la candidatura italiana per ospitare la COP26 nel 2020”.
Scarica la dichiarazione congiunta “Powering Past Coal Alliance“