Tra i mali causati dalla pandemia c’è anche l’altissimo consumo di alcol nelle case degli italiani. A lanciare l’allarme sono i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2021. Sono più di 36 milioni i consumatori di alcolici nel 2019 (20 milioni di uomini e 16 milioni di donne). La prevalenza degli astemi nel 2019 è stata del 18,3% tra gli uomini e del 38,1% tra le donne.
Consumatori a rischio, minori e over 65 i più inconsapevoli. Criticità nei modelli del bere è stata registrata soprattutto per i minori e gli adolescenti, le donne e gli anziani; nel 2019, sono circa 8,2 milioni le persone di età superiore agli 11 anni (5,7 milioni maschi e 2,5 milioni femmine) che hanno adottato su base regolare, quotidiana, modalità di consumo a rischio di bevande alcoliche con evidente e sostanziale invarianza da oltre 8 anni, fatta eccezione per una riduzione tra i consumatori a rischio di sesso maschile dal 23,4 % del 2018 al 21,5 % del 2019.
I dati pre-Covid del 2019 evidenziano nell’analisi per classi di età che le fasce di popolazione con consumatori più a rischio è, per entrambi i generi, quella dei circa 750.000 minorenni, prevalentemente 16-17enni, seguita da oltre 2,7 milioni di anziani ultra-65enni, fascia in cui un maschio su tre e una donna su dieci consuma secondo modalità a rischio.
A preoccupare, in particolar modo, è l’aumento registrato nel 2020 delle giovani consumatrici a rischio, le 14-17enni, che superano per numerosità, per la prima volta, i loro coetanei consumatori a rischio (femmine 30,5%, maschi 28,4%) in un quadro complessivo d’incremento del rischio al femminile diffuso a tutte le classi di età sino ai 60 anni e di incrementi registrati tra i maschi, più evidenti tra i 35-e i 60 anni.
Il binge drinking, l’abitudine più diffusa e consolidata nel 2019. Altra variabile collegata al rischio è il bere per ubriacarsi, il binge drinking, l’abbuffata alcolica di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione, modalità a rischio seguita da oltre 3,8 milioni di consumatori (2,8 milioni maschi; 1 milione femmine) di cui 830mila 11-25enni che giungono all’intossicazione, rappresentando un grave problema sia di salute che di enorme pressione sul sistema di pronto intervento per le procedure di disintossicazione e di ricovero.
Cambia nel lockdown la modalità di approvvigionamento delle bevande alcoliche. L’approvvigionamento delle bevande alcoliche non ha conosciuto pause nel periodo del lockdown e il mercato ha rafforzato nuovi canali alternativi e anche meno controllati relativamente al controllo del divieto di vendita a minori, cambiando molte abitudini, tra le altre anche gli acquisti su canali online di e-commerce, che, per il settore delle bevande alcoliche, si stima abbiano conosciuto un’impennata nel 2020 tra il 181 e il 250% nell’home delivery, con un aumento dei consumi domestici registrati da più settori.
Aumentati nel 2020 i consumatori dannosi. Nei fatti già nel 2019 circa 670.000 consumatori dannosi sono identificabili come persone con un danno d’organo e/o comunque con un Disturbo da Uso di Alcol (DUA) richiedente un intervento che è stato assicurato ed erogato solo per meno del 10% dei casi attesi e mai intercettati o giunti a osservazione clinica. Nel corso dell’ultimo anno si è registrato un incremento dei consumatori dannosi, che è passata da 1,46% a 1,80%, con aumenti particolarmente preoccupanti per la popolazione anziana maschile, per la quale il valore è aumentato del 22,7%. Nel 2019 sono stati presi in carico presso i servizi 65.387 alcoldipendenti.