Il Consiglio Nazionale dei Giovani (Cng) lancia la campagna “150 minuti” per sensibilizzare soprattutto i giovani alla cura della salute in base ad una delle direttive contenute nell’Agenda 2030. “La chiusura di palestre, piscine e scuole di danza, ha allontanato moltissime persone dalla regolare attività fisica o sportiva. A risentirne sono stati soprattutto i più giovani, privati di un importante strumento di socialità”, afferma dichiara la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani. Il Consiglio Nazionale dei Giovani è l’organo consultivo cui è demandata la rappresentanza dei giovani nella interlocuzione con le Istituzioni per ogni confronto sulle politiche che riguardano il mondo giovanile, istituito con Legge n.145/ 2018.
“All’interno dell’Agenda 2030, è espresso chiaramente il contributo dello sport all’empowerment delle donne e dei giovani, degli individui e delle comunità, nonché alla salute, all’istruzione e all’inclusione sociale. Per questo, consapevoli che la pandemia continuerà ad avere impatti negativi sul mondo dello sport e sul benessere fisico e mentale di tutti, è necessario che ognuno di noi torni ad avere uno stile di vita sano. L’OMS raccomanda 150 minuti di attività fisica a settimana, soprattutto in tempi di ansia, crisi e paura come quelli che stiamo vivendo. È, dunque, tornato il momento di prenderci cura della nostra salute e dedicare a noi stessi “150 minuti per ripartire”, osserva la Presidente Pisani.
“Rilanciare lo sport deve essere una priorità, non solo per una questione economica, quanto soprattutto sociale e salutare. Lo sport è segno di salute, di benessere psicofisico e fa crescere i nostri giovani nella socialità. Non possiamo far sì che una epidemia distrugga tutto questo, anzi, lo deve rafforzare, facendo tornare lo sport come una delle prime lotte nel contrasto al virus”, dichiara il Consigliere di Presidenza con delega alla Salute, Francesco Marchionni. “Tutti insieme dobbiamo impegnarci per rilanciare lo sport, che non è solo calcio professionistico, basket o diritti Tv, ma è soprattutto lo sport di base che si fa nei quartieri, nelle scuole, nei territori dove equivale anche a contrasto del disagio sociale”.