La grande crisi generata dalla pandemia continua a mietere vittime sul territorio capitolino, portando centinaia di imprese a chiudere la propria attività. Ad avere grandi problemi negli ultimi mesi sono tutte le attività del settore terziario che a Roma ha un peso notevole sul totale delle imprese non agricole. Alla fine del 2020 ne risultavano attive 295.535, di cui più di 1/3 nel commercio, 40mila nel turismo e 129.586 nei servizi. Con il continuo crescere della pandemia, alla fine del 2021 ne resteranno aperte circa 277mila con un calo di 18mila unità in soli dodici mesi. È questa la terribile fotografia scattata dall’“Osservatorio terziario Roma” di ConfCommercio.
La caduta dei ricavi delle imprese del terziario a Roma è stata di 1.045 milioni di euro: 670 milioni in meno per il commercio, 75 milioni per il turismo e 300 milioni per i servizi e il calo dei consumi nel mese di gennaio è stato del 12,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Pier Andrea Chevallard, commissario della Confcommercio Roma, in un’intervista rilasciata a “Il Messaggero” ha dichiarato, in merito alle poche imprese che nascono, che “ce ne sono altrettante che chiudono. Il dato ufficiale sulle chiusure – continua il commissario – è largamente sottostimato perché in molti hanno sospeso l’attività ma formalmente non l’hanno ancora chiusa”.
Sulla proposta del Campidoglio relativa alla possibile apertura serale dei ristoranti, nel caso di allentamento delle limitazioni, Chevallard ha sottolineato che “è assolutamente un piano perseguibile, i ristoratori sono in grado di garantire le precauzioni necessarie. Un’apertura solo fino alle 22 sarebbe una boccata di ossigeno e migliorerebbe la qualità della vita di tutti”.
Sempre sul fronte del mondo imprenditoriale romano un’altra indagine condotta da Confartigianato Roma e pubblicata recentemente dall’Ansa, ha reso noto che il 52% delle imprese romane intervistate ritiene che il ritorno alla normalità potrà avvenire nella primavera del 2022. Solamente il 21% vedono una possibile ripresa nell’autunno di quest’anno. Il 22% ritiene che il primo semestre 2021 vedrà una riduzione dei ricavi superiore al 50%, il 9% una riduzione tra il 30% ed il 50%, il 39% una riduzione tra il 15% ed il 30%.
Considerando invece l’attuale andamento della pandemia, gli imprenditori credono che, nei primi 6 mesi del 2021, si avrà certamente una riduzione di ulteriori 3-3,5 miliardi di euro che porterà a giugno il bilancio della pandemia ad oltre 10 miliardi di perdita di fatturato. La Presidente regionale della categoria benessere di Confartigianato Imprese Lazio, dopo l’ulteriore chiusura dovuta dall’ultimo decreto del 13 marzo, ha voluto rendere noto che “Il settore benessere in Italia supera un volume d’affari di circa 6 miliardi di euro e dà lavoro a oltre 263mila addetti con un totale di 130.000 saloni (dati Cosmec Italia). È inaccettabile – continua la Presidente – tenerci chiusi”.