L’inserimento dei caregiver tra le categorie prioritarie del piano vaccini anti Covid sta facendo emergere come, proprio a causa della pandemia, i caregiver stiano vivendo quella che è stata definita una “emergenza nella emergenza”: con i vari lockdown i centri di accoglienza e le strutture di sostegno hanno dovuto chiudere e le persone che assistono malati o disabili in ambito familiare sono rimaste sole – per di più con lo spettro del contagio – senza alcun tipo di tutele o diritti riconosciuti dalla legge. Ma chi sono effettivamente i caregiver? Quanti sono? Quali sono i loro bisogni?
“Per caregiver familiare si intende la persona che, volontariamente, gratuitamente e per motivazioni affettive, si fa prioritariamente carico della cura di una persona cara affetta da una malattia cronica, con disabilità o con un qualsiasi altro bisogno di assistenza a lungo termine”, ci spiega Federico Boccaletti, vice presidente di “Anziani e non solo” (società cooperativa che opera dal 2004 nel settore del welfare assistenziale e dei servizi per l’inclusione sociale).
“I caregiver familiari in Italia sono quasi 7.300 milioni di persone, ovvero oltre il 14% della popolazione, ma ad oggi ancora non c’è una legge che li riconosca e li tuteli” specifica Boccaletti. Qualcosa si sta muovendo: con la legge di Bilancio 2018 è stato istituito un fondo presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e alcune Regioni hanno approvato leggi locali, nel limite delle proprie competenze”.
In questa nuova Legislatura, è anche stato portato alla Commissione Lavoro del Senato un DDL specificatamente dedicato ai caregiver (il 1641). “Questo testo è innovativo perché pone come base un valore che poche leggi hanno, ovvero l’amore, l’affetto che lega il caregiver al suo assistito”, fa notare il vice presidente di Non solo Anziani, “tuttavia, il problema di base al momento rimane, ovvero quello di individuare chi è il caregiver. E questo è un problema anche per quanto riguarda poi quali persone inserire nella categoria, perché possano accedere in maniera prioritaria al vaccino. In molti casi, infatti, il caregiver non si auto riconosce, non sa di esserlo”.
“Dai dati raccolti abbiamo individuato che, per esempio, quasi 400.000 tra i caregiver (il 6,6 % della popolazione italiana) sono dei giovanissimi, ovvero ragazzi compresi tra il 15 e il 24 anni, che si prendono cura dei genitori (spesso che soffrono di dipendenze) o dei fratelli disabili”.