L’ultima indagine congiunturale sugli effetti della pandemia sulle imprese romane condotta dalla CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), ha evidenziato che nel secondo semestre dello scorso anno, “l’80% delle imprese intervistate dichiara di aver perso il fatturato e di aver ridotto il personale”. Più del 32 % delle imprese che hanno preso parte all’intervista hanno compiuto investimenti, e il 49% è ricorsa agli ammortizzatori sociali. La cifra media investita nel secondo semestre è stata di poco superiore ai 27mila euro, quasi 5 mila euro in più di quanto osservato nel primo semestre.
I dati mostrano come nel corso del secondo semestre è migliorata la situazione nelle grandi aziende, ovvero 10 e più addetti, mentre nelle manifatture e nelle aziende con 2-9 dipendenti sono presenti sempre meno addetti. A peggiorare decisamente nel secondo semestre è la percezione del rapporto delle imprese con le banche. Al momento dell’intervista quasi il 70% delle imprese aveva attivi prestiti o linee di credito, ma rispetto al primo semestre si è ridotta la quota di chi ha aperto nuovi presiti o rinegoziato le condizioni. Sbirciando al futuro, le previsioni degli imprenditori intervistati non paiono positive. Nel primo semestre 2021 per oltre il 60 % delle imprese ci sarà un ulteriore riduzione di produzione e fatturato, mentre il 33% prevede una riduzione del personale. Tale pessimismo, che abbraccia imprese del commercio e del turismo, diminuisce tra le manifatture, poco sopra il 35%. Anche nel prossimo semestre, gli investimenti si concentreranno sul digitale, sia come maggiore informatizzazione delle aziende, sia come miglioramento dei processi di comunicazione e vendita online. Un quadro molto complesso che mostra la difficile situazione delle imprese romane, e non solo. Infine saranno da verificare, come riporta la CNA, gli effetti della crescita della pratica dello smartworking che potrebbero essere particolarmente forti nei quartieri e nelle aree dove vi è una cospicua presenza di uffici. Stefano Di Niola, segretario della CNA di Roma ha dichiarato che “Questa situazione necessita immediatamente di azioni strategiche e a lungo raggio che possano garantire la sopravvivenza dei nostri imprenditori. Che fine hanno fatto i ristori? E quali altre misure verranno messe in campo? Il tempo delle risposte e delle misure da mettere in campo deve essere ora, solo così potremmo salvare attività produttive che rischiano di sparire in solitudine. Adesso c’è bisogno della forza di tutto il Governo e di una Giunta capitolina che imprima una svolta alle gravi difficoltà economiche e sociali della città di Roma”
Dunque, che fine hanno fatto i ristori?