“Il COVID-19 Vaccine Global Access (Covax) è un pool di acquisti globale creato nel giugno 2020 con l’obiettivo di garantire che anche i Paesi più poveri abbiano accesso ai vaccini. A guidarlo è l’OMS insieme al Cepi e alla Gavi Alliance (una partnership globale di soggetti pubblici e privati impegnati a tutela dei bambini e della salute delle popolazioni). Dentro COVAX si trovano governi, organizzazioni internazionali, organizzazioni filantropiche, società civile, settore privato, e anche case farmaceutiche, che si autofinanzieranno con l’obiettivo di distribuire due miliardi di dosi entro la fine del 2021 ai paesi più poveri. Il 25 marzo ha comunicato di avere distribuito finora 32 milioni di dosi di vaccino a 60 Paesi partecipanti”. È quanto afferma il prof. Aldo Morrone, direttore scientifico dell’Istituto San Gallicano, nel suo intervento introduttivo al Congresso internazionale “Covid-19 tra Nord e Sud del Mondo. Un nuovo contesto geo-politico e di salute dopo il SARS-CoV-2”, organizzato dall’Istituto IRCSS di Roma, coinvolgendo medici e personale sanitario provenienti da tutto il mondo, economisti e rappresentanti istituzionali, con il supporto di Dreamcom e sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, della Regione Lazio, dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero dell’Università e della Ricerca.
“Dobbiamo sviluppare una democratizzazione delle cure per tutti, altrimenti non ci sarà futuro per nessuno. Greta Thunberg ha denunciato la “tragedia” dell’ineguaglianza dei vaccini e ha donato 100.000 euro dalla sua fondazione al programma Covax per l’accesso globale alle dosi contro il Covid-19. La comunità internazionale deve fare di più per affrontare la tragedia che è la disuguaglianza dei vaccini”, aggiunge.
“Abbiamo i mezzi a nostra disposizione per correggere il grande squilibrio che esiste oggi nel mondo nella lotta contro il Covid-19. Proprio come con la crisi climatica, dobbiamo prima aiutare i più vulnerabili. Covax ha raggiunto 74 Paesi con 33 milioni di fiale. In Africa è immunizzato forse meno dell’1,7%, la pandemia sarà lunga 7 anni senza vaccini ai Paesi impoveriti e infatti 2,5 miliardi di persone sono ancora senza nessuna dose. Abbiamo tutti diritto alla tutela della salute. In una pandemia, la ricerca scientifica e tecnologica dovrebbe essere condivisa in tutto il mondo. Le aziende farmaceutiche dovrebbero avere il potere di decidere chi ha accesso a cure o vaccini e a quale prezzo? La salute, secondo il WHO, è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non l’assenza di malattia. L’articolo 32 della Costituzione afferma: ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti’”, sottolinea il direttore scientifico del San Gallicano.
“Una minaccia collettiva come la pandemia COVID-19, richiede solidarietà, condivisione delle conoscenze scientifiche. L’erogazione di fondi pubblici per la ricerca scientifica dovrebbe sempre essere accompagnata da garanzie sulla disponibilità e prezzi disponibili per tutti, a partire dalle popolazioni più fragili. Per sviluppare i vaccini, le grandi case farmaceutiche hanno ricevuto circa 100 miliardi di fondi pubblici. Esistono precedenti importanti. Non solo la battaglia per il libero accesso agli anti-retrovirali all’inizio degli anni Duemila. Durante la Seconda guerra mondiale, il governo Usa riuscì a incrementare la produzione di penicillina grazie alla collaborazione tra aziende e università pubbliche, senza badare alla proprietà intellettuale. L’esempio è citato in un editoriale pubblicato su Nature, dall’eloquente titolo: ‘È tempo di considerare la sospensione temporanea dei brevetti per i vaccini anti-Covid’”.
“Anche noi chiediamo di sospendere i brevetti per i vaccini anti Covid. Il virus continuerà a circolare e a mutare, vanificando gli sforzi economici e i sacrifici fatti da tutti. Saremo costretti a contare ancora milioni di morti: una catastrofe umanitaria. Almeno temporaneamente, chiediamo di sospendere i brevetti per assicurare la produzione di vaccini sufficienti a coprire le necessità della popolazione mondiale, in particolare per i più poveri. È in gioco il futuro di tutti noi”, conclude il prof. Morrone.